Trovata la carcassa in decomposizione dell’orso M62 in Trentino

     La carcassa di un orso è stata rinvenuta da un gruppo di escursionisti in una zona impervia tra il lago di Molveno e San Lorenzo Dorsino. Si tratta dell’esemplare M62. L’animale appare in stato di decomposizione. La sua identità è confermata dalle marche auricolari. A stabilire le cause della morte – precisa la Provincia autonoma di Trento – sarà l’istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, al quale sarà consegnato l’esemplare. Il recupero è stato curato dal Corpo forestale trentino.

    M62 era fra gli esemplari ritenuti “problematici” per avere mostrato nel tempo atteggiamenti troppo confidenti nei confronti dell’uomo. M62 fa parte della stessa cucciolata di M57 (catturato nel 2020 dopo aver aggredito un carabiniere ad Andalo) e di F43, femmina morta nel settembre 2022 per una dose sbagliata di anestetico durante le fasi di cattura per la sostituzione del radiocollare che portava dal luglio 2021.

    Le associazioni Leal, Odv e Zampe, con il patrocinio degli avvocati Rosaria Loprete e Giada Bernardi, hanno provveduto ad inviare al Servizio forestale della Provincia autonoma di Trento ed all’Istituto zooprofilattico delle Venezie un’istanza di accesso agli atti relativi al ritrovamento della carcassa dell’orso M62. Gli animalisti chiedono di poter partecipare all’autopsia dell’animale.

   L’Oipa vuole conoscere le cause della morte dell’orso. Intanto venerdì sera è stato depositato al Tar di Trento il ricorso congiunto di Enpa, Leidaa e Oipa contro il decreto di abbattimento di Jj4 emanato dal presidente trentino Maurizio Fugatti il 27 aprile. L’Oipa, comunica una nota, invierà nei prossimi giorni una richiesta di accesso agli atti alla Provincia autonoma di Trento e all’Istituto zooprofilattico delle Venezie cui è stato
consegnato il corpo per gli esami di rito.

   Quanto alla manifestazione di oggi davanti all’abitazione di Fugatti, Oipa Trento fa sapere che non parteciperà ritenendo che sit-in, proteste e dimostrazioni di dissenso nei confronti della gestione della fauna selvatica condotta dal presidente e dalla sua Giunta vadano organizzate davanti alle opportune sedi, non mescolando la vita privata a quella politica dei rappresentanti istituzionali.

   E l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la tutela dell’Ambiente e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, ha scritto in una nota che “i boschi sono pieni di insidie, anche per gli orsi. L’esame necroscopico chiarirà di che cosa è morto M62, un maschio giovane, di circa 4-5 anni, incluso nell’elenco dei ‘condannati a morte’ dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti solo perché ‘confidente’: non  aveva mai aggredito nessuno. Di certo, se la mano e l’intenzione dell’uomo avessero qualcosa a che fare con questa morte, cioè se fossimo davanti ad un atto di bracconaggio, sapremmo bene come inquadrare l’avvenimento: nel clima di paura e di odio creato e alimentato da Fugatti. Il presidente della Provincia ne porterebbe la responsabilità
morale. Quanto agli eventuali esecutori materiali, agiremmo in ogni sede perché non restino impuniti”.


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