«Trump studia dazi del 100% su alcuni prodotti Ue»

Nel mirino ci sono diversi simboli del “Made in Europe”: acqua minerale e formaggio francese, motociclette svedesi e, per l’Italia, la mitica Vespa targata Piaggio. Ma in una nota del Dipartimento del Commercio Usa si menzionano «fino a 90 prodotti europei» che potrebbero essere soggetti a tariffe di ingresso negli Stati Uniti.

L’amministrazione Usa sta valutando di imporre dazi punitivi del 100% sugli scooter Vespa (Piaggio), l’acqua Perrier (Nestlè, che produce anche la San Pellegrino) e il formaggio Roquefort, le moto Husqvarna e KTM in risposta al bando Ue sulla carne di manzo Usa di bovini trattati con gli ormoni. Lo scrive il Wall Street Journal. Dietro la misura ci sarebbero le proteste dei produttori di carne di manzo americani, secondo i quali la Ue non ha aperto abbastanza i propri mercati alla loro carne di «alta qualità», quella non trattata con gli ormoni, come prevedeva un accordo del 2009.La questione, in realtà, cova da mesi.

Con una nota del 23 dicembre scorso, infatti, era apparsa sul sito del Dipartimento del Commercio Usa, una nota in cui Washington annunciava di essere pronta a prendere provvedimenti contro la decisione della Ue di vietare l’ingresso di carni bovine americane. In quel caso, c’era ancora l’amministrazione Obama. Che aveva spiegato che se il bando fosse continuato sarebbero potute partire ritorsioni con l’imposizione di dazi doganali su una lista che includeva cireca 90 merci europee (da molti tipi di carne a vegetali, ma anche semilavorati e motociclette tra 50 e 250cc). La diatriba però parte dal 1996, quando Washington trascina Bruxelles davati al Wto perchè si rifiuta di importare la sua carne, alimentata ad ormoni (che in Europa è proibita). Nel 1998 il Wto sanziona il bando Ue alle importazioni di carne bovina Usa a prescindere dalla presenza (o meno) di ormoni.

Così nel 2009 Usa e Ue “fecero pace” stringendo un’intesa: Washington prevedeva la rinuncia all’applicazione di ritorsioni che aveva già in cantiere. La Ue, da parte sua, dava il via libera all’accesso sul mercato europeo di 20mila tonnellate di carne di manzo Usa di alta qualità proveniente da animali non trattati con ormoni per i primi tre anni; quantità che sarebbe salita a 45mila tonnellate dopo 4 anni.

Tuttavia, questi contingenti non erano riservati solo agli Usa ma riguardavano tutti i Paesi terzi. Quindi, quelle quantità venivano costantemente esaurite da altri Paesi come Australia, Canada, Nuova Zelanda e Argentina che vi accedono a discapito degli Usa, i quali negli anni si sono visti diminuire le quantità di carni a dazio zero a loro riservate. Da qui la minaccia Usa.
Per questo, qualche mese fa anche l’italiana Assocarni aveva aperto: «Divieto assoluto di carne agli ormoni in Europa – aveva sancito l’associazion dei produttori nazionali – ma la Commissione Ue deve riconoscere agli Usa un contingente ad hoc di carne di alta qualità hormone free».

Da parte Usa la posizione è ferma: la Ue trovi subito «una soluzione tecnica, perché non è corretto che Paesi terzi si avvantaggino di contingenti concessi per compensare un danno che gli Usa hanno avuto riconosciuto in ambito Wto».

In realtà, il Ttip – il negoziato di libero scambio tra Usa e Ue che lo stesso Trump ha congelato e non sembra intenzionato per ora a riprendere – avrebbe dovuto essere la sede per risolvere la disputa dell’import alla carne senza ormoni (non quella con, come spesso si è detto).

Secondo gli ultimi dati di Federalimentare, nel 2016 l’Italia ha esportato negli Usa 3,8 miliardi di prodotti agroalimentari (rispetto ai 3,6 miliardi del 2015) con un aumento, in unn solo anno, del 5,77 per cento. Le importazioni, invece, sono calate, passando da 1,1 miliardi del 2015 a 975 milioni nel 2016: un calo di oltre il 12,8 per cento.