Il ragazzino che si buttò dalle mura di Candelara con un ombrello aperto, il giovane uomo che scalò le mura di San Marino per un improbabile colpo di stato, il bon vivant che ballava con Edda Mussolini ed era amico fraterno del nipote del Duce, il giornalista che prese d’assalto il «pentagono» del potere, il frequentatore dei salotti bene ove ogni sua rima era davvero baciata. Un, personaggio dannunziano, che ha vissuto in un’epoca diversa rispetto al Vate, ma non ne è deluso: «Ho la coscienza esatta di essere vissuto nel tempo ove dovevo vivere». Il fisico è asciutto, sempre uguale, anche se i segni di una vita scapigliata e presa di petto ci sono. Suonano oggi i novant’anni anni è il momento di guardarsi indietro. Tullio lo fa con noi e per noi. Alla sua maniera. Nato a Candelara nelle Marche cittadino sammarinese, il nonno alla fine degli anni ’80 fu uno dei fondatori del partito socialista sammarinese ( Resto del Carlino 2005) ) Di tutte le Tulliacciate fatte durante la sua gioventù, e non solo, per descrivere il personaggio basterebbe raccontare le scorribande fatte in compagnia dell’amico Marzio Ciano, nipote di Benito Mussolini, entro le feste dell’Unità organizzate dalle sezioni del Partito Comunista nelle quali offrivano bicchieri di vino invitando a berlo alla salute del nonno di Marzio. Tutto bene, sintanto che qualcuno della festa non si accorgeva che il giovane Marzio era nipote del Duce al quale aveva dedicato il suo brindisi. Allora diventavano guai E come non ricordare il “colpo di stato” durante i fatti di Rovereta , quando Tullio, installata la bandiera della Repubblica sul tetto della chiesa e in un campo di pannocchie nei pressi di Faetano, formò un governo provvisorio nominando ministri i suoi migliori amici della riviera Questo era Tullio Vittorio Giacomini che con i suoi ’90 anni è e resta sempre un goliardo ed un gaudente , amato dai più ed odiato da pochi- In una vita piena di contrasti, di avventure, di eccessi, di difficoltà di vario tipo, anche di cattiverie fatte e subite, alla fine si torna, per forza di cose, all’infanzia. Alle favole, che Giacomini ha sempre scritto. L’ultima s’intitola C’era una volta una candela e mette insieme cielo e terra. Tullio non ha mai smesso di essere il bambino che correva, con i compagni delle campagne, tra le stoppie nel vento, sulle colline di Candelara. Buon Compleanno Tulliaccio da Montefeltro dagli amici dello Stradone .
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