La scommessa è offrire una risposta per i casi più difficili, di pazienti con il tumore al seno più frequente, ormono-sensibile, che interessa circa il 70% del totale dei casi in stadio avanzato.
Nove mesi di vita guadagnati per le 10mila nuove pazienti italiane che ogni anno lottano contro un carcinoma al seno in stadio avanzato. E la prospettiva di ritardare il più possibile la chemioterapia. Questo il doppio e inestimabile vantaggio offerto dalla nuova molecola abemaciclib, oggi disponibile anche da noi dopo il via libera alla rimborsabilità da parte dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.
La scommessa è offrire una risposta per i casi più difficili, di pazienti con carcinoma mammario avanzato o metastatico positivo ai recettori ormonali (HR+), negativo al recettore del fattore umano di crescita epidermico di tipo 2 (HER2-). Tradotto: il tumore al seno più frequente, ormono-sensibile, che interessa circa il 70% del totale dei casi in stadio avanzato.
Il nuovo medicinale
Per il nuovo farmaco targato Lilly la somministrazione è prevista in associazione con un inibitore dell’aromatasi non steroideo (anastrozolo o letrozolo) o fulvestrant, o come terapia endocrina iniziale o in donne che hanno ricevuto una precedente terapia endocrina. La sopravvivenza globale mediana arriva a 46.7 mesirispetto ai 37.3 mesi di solo trattamento con fulvestrant. Destinatarie della combinazione sono anche le pazienti il cui tumore sia particolarmente aggressivo tanto da essere rapidamente progredito o essersi diffuso in altri organi, come fegato e polmoni.
Una speranza di vita in più
A spiegare l’importanza di abemaciclib è Pierfranco Conte, professore di Oncologia medica all’Università di Padova e direttore della Divisione di Oncologia medica 2 all’Istituto Oncologico Veneto (Iov): «Abemaciclib – afferma – porta con sé numeri davvero importanti per moltissime donne con tumore del seno metastatico. Questo farmaco è un inibitore selettivo molto efficace in grado di prolungare il controllo della malattia nelle pazienti con tumore al seno sensibile agli ormoni, il tipo di tumore più frequente. Aveva già mostrato un notevole beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione, ma ora, i risultati dello studio MONARCH 2 mostrano un miglioramento significativo anche nella sopravvivenza globale delle donne affette da carcinoma mammario avanzato HR+, HER2-. Ora queste pazienti hanno un’opzione di trattamento che può consentire loro un allungamento di vita. Non dimentichiamo che quando ricevono una diagnosi di carcinoma mammario avanzato, le pazienti apprendono anche che la loro malattia, per quanto possa essere gestita, rimane incurabile. Oggi possiamo offrire una speranza in più».
Si allungano i tempi per la chemio
Non solo aumenta l’aspettativa di vita, peraltro confortata da una buona tollerabilità del farmaco (l’evento avverso più comune è la diarrea, facilmente controllabile): un’analisi esplorativa dei dati ha mostrato che abemaciclib in combinazione con fulvestrant ha ritardato il tempo necessario prima del ricorso alla chemioterapia, con un tempo mediano alla chemioterapia di 50,2 mesi contro 22,1 mesi del placebo. «Questo dato – spiegano gli esperti – costituisce un traguardo di rilievo nel trattamento del carcinoma mammario avanzato poiché i medici mirano a ritardare il più possibile la chemioterapia». Il Sole 24 ore