È STATO un agguato. Sono bastati 17 secondi nello spazio aereo turco al maggiore Sergey Rumyantsev da Celyabinsk, pilota di uno dei 2
SU24M russi che stavano bombardando nella provincia costiera siriana di Latakia, per essere abbattuto da un missile AIM9 Sidewinder.
Dopo precedenti violazioni del suo spazio aereo – 13 in una settimana quelle denunciate – la Turchia ha atteso pazientemente lo sconfinamento dei jet russi e non appena è avvenuto, ne ha abbattuto uno. Senza pietà. Lo scenario di guerra è avvenuto all’estrema propaggine nord occidentale della Siria. È una zona nella quale da giorni si combatte furiosamente e nella quale il confine è frastagliato, con una propaggine turca che entra nel terrotorio siriano. E qui è capitato l’incidente anche se l’aereo è caduto in Siria, a 4 chilometri dal confine nei pressi del villaggio di Yamadi, oggetto di una offensiva dell’esercito regolare che aveva il supporto di fuoco dei bombardieri russi.
I due piloti si sono lanciati, ma almeno uno è rimasto ucciso dal fuoco di uomini della 10° brigata dei ribelli turcomanni, che ne hanno anche mostrato il cadavere in un video. L’altro pilota è con ogni probabilità loro prigioniero. Non appena avvenuto l’abbattimento, il comando russo ha fatto decollare due elicotteri Mi8 per cercare di trarre in salvo i piloti, ma anche questi sono finiti nel mirino dei ribelli, stavolta dell’Esercito siriano libero. Uno dei due elicotteri è stato centrato da un missile Tow nella zona di Jabal al Akrad e il comando russo ha ammesso la morte di un fante di marina.
IL MINISTERO della Difesa turco ha fornito la ricostruzione in una lettera all’Onu. «Questa mattina (24 novembre) 2 aerei Su-24 di nazionalità sconosciuta – si legge nel testo – hanno avvicinato lo spazio aereo nazionale della Turchia nella regione di Yayladagi/Hatay. I due velivoli sono stati avvertiti 10 volte nell’arco di 5 minuti attraverso il canale Emergency ed è stato richiesto loro di cambiare direzione verso sud». «Ignorando questi avvertimenti – prosegue il testo – entrambi gli aerei, ad un’altitudine di 19.000 piedi (circa 6.000 metri, ndr) hanno violato lo spazio aereo nazionale turco per una lunghezza (rispettivamente) di 1,36 miglia e di 1,15 miglia per 17 secondi a partire dalle 09:24:05 ora locale. In seguito alla violazione, l’aereo numero 1 ha lasciato lo spazio aereo turco. Al secondo è stato sparato da F-16 turchi in azione di pattugliamento. L’aereo 2 è quindi precipitato sul lato siriano del confine fra Turchia e Siria».
I RUSSI hanno ufficialmente smentito che il loro aereo abbia sconfinato. «Siamo certi che era nello spazio aereo siriano» ha ribadito il portavoce di Putin, «un chilometro dentro» ha sottolineato il presidente, e il ministero della difesa russo sostiene che l’aereo «è stato colpito mentre rientrava alla base». Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha tuttavia confermato la ricostruzione turca: «Le valutazione che abbiamo dagli alleati sono in linea con le informazioni che abbiamo dalla Turchia». Gli alleati sarebbero gli americani che informalmente dal dipartimento della Difesa parlano di «incursione nello spazio areo turco per non più di una manciata di secondi». È quanto è bastato.
Adesso tutti sono convinti che i russi non accetteranno più il tiro al piattello e – come ha già annunciato il ministero della Difesa – faranno volare i loro SU24 debitamente scortati. Per questo verranno presumibilmente impiegati i quattrordici SU34 Fullback schierati in Siria, perfettamente in grado di contrastare gli F16, più che i sei MIG31 Foxound, potenti intercettori ma poco adatti al combattimento ravvicinato. Il che significa che se ci saranno nuovi sconfinamenti si rischiano scenari di guerra tra un paese Nato e la Russia. Nel frattempo l’incrociatore russo Moskva avanza verso la costa di Latakia – dove si trova la base aerea russa – per rafforzare la difesa contraerea: ad annunciarlo il ministero della difesa. Dopo le speranze accese a Vienna, il buio cala ancora sopra la Siria.