TURCHIA. ERDOGAN TRIONFA AL REFERENDUM SUL PRESIDENZIALISMO

C’era una volta il florido e potente impero ottomano dove l’inavvicinabile sultano padrone di uomini, donne, bestie, territori imponeva la sua legge. Nella Turchia odierna il sultano del ventunesimo secolo Erdogan scaccia i servi infedeli e scatena anatemi e bavaglio in direzione di coloro che osano sfidare la sua volontà.

Dopo l’epurazione post-golpe che ha coinvolto forze armate, polizia, magistratura, pubblica amministrazione, media, stampa, università, persino il comitato nazionale olimpico e le federazioni sportive, Erdogan trionfa, senza tuttavia stravincere, al referendum costituzionale che sancisce il definitivo passaggio dal sistema parlamentare concepito dal padre della patria Mustafà Kemal Ataturk nel 1923 al superpresidenzialismo che consegna tutto il potere all’uomo forte di Ankara.

Un’affluenza dell’84% con 51,33% Sì e 48,67% No. Una serie di brogli e truffe è stata denunciata dall’opposizione del CHP Partito Repubblicano del Popolo fondato da Ataturk che vietò il multipartitismo fino al 1946 e ha spesso appoggiato indirettamente l’intervento dei militari nel momento in cui i governi in carica deviavano dal solco kemalista come avvenuto con i colpi di stato del 1960, 1971, 1980.

Salvatore Occhiuto