TURISMO Al TEMPO DEL COVID … di Sergio Pizzolante

Sergio Pizzolante

Non vi è alcun dubbio che la crisi sanitaria colpisca al cuore il turismo più di ogni altro settore economico. È complicato oggi e lo sarà a lungo far viaggiare le merci, lo è ancor più far viaggiare le persone.
Il Covid è annullamento del viaggio, distanziamento, isolamento, chiusura. Il turismo è incontro, assembramento, apertura, abbraccio : non poteva incontrare un nemico peggiore.
Il genio italico e romagnolo saprà affrontare nel modo giusto il nemico? Per vincerlo?
Negli anni 80, arrivò un nemico che sembrò mortale: la mucillagine. Il mare fu dichiarato impraticabile. È come se a Torino o a Stoccarda o a Detroit, si dichiarassero impraticabili le ruote delle automobili. Noi siamo riusciti a far viaggiare il turismo senza la sua ruota, il mare. Inventandoci altre ruote, i congressi, le fiere e la notte che salvò il giorno.
Ma questa volta sarà tremendamente più difficile. Bisogna saperlo. Perché sono stati colpiti i motori che spingono le ruote: l’incontro, l’abbraccio.
I motori sono spenti. E quando si riaccenderanno avranno giri più deboli. Per un bel po’ di tempo. È un grande problema economico, ma è ancor di più un grande problema culturale, identitario, esistenziale. Cosa sarebbe l’italia senza turismo, se questa crisi dovesse fondere i motori o limitarne per sempre la potenza? Senza la possibilità di donare al mondo l’incontro, in modo adeguato, con il suo mare, le spiagge, Venezia e Firenze, l’arte, la storia, il cibo. Cosa sarebbe? Nulla!
Per questo lo sforzo che si richiede, deve essere all’altezza.
Bisogna dirlo, sino ad adesso si è fatto quasi nulla. A livello nazionale. Non parlo di soldi, ma di consapevolezza, di comprensione, di significato.
Ma parliamo anche di soldi.
Va bene la cassa integrazione per tutti. Va malissimo il modo. La forma e i tempi di corresponsione della CIG, sono fuori dalla comprensione del tempo d’oggi.
E bisogna pensare alla decontribuzione totale per assunzioni degli stagionali per il 2020.
La liquidità per le imprese? Bisognava( bisogna!) trovare una strada diretta per la corresponsione dei prestiti.
Passare per le banche, attraverso un rottame iperburocratico come la Sace è un errore.
Lo stato garantisce il 90%? Perché non il 100%? La differenza del 10% per far valutare il merito del credito? Per evitare abusi? Se l’Italia continua a far leggi( autolesioniste!) misurate sulla paura dei disonesti e non sulla energia degli onesti, non avrà futuro. E non ci sarà credito e ci saranno molti motori che si spegneranno. Per sempre.
Per il turismo, per gli alberghi, i ristoranti, i negozi, gli stabilimenti balneari, soprattutto,
bisogna fare una correzione. 100% di garanzia, con solo vincoli pro crescita. Soldi che possono essere spesi per riaprire le saracinesche, per dotarsi di tutti i sistemi di sicurezza, per pagare i dipendenti, per assumere gli stagionali, per riorganizzarsi. Non per altro. E tempi lunghi. Perché ci vorrà più tempo a far tornare a viaggiare le persone rispetto alle merci.
E non bastano i prestiti. No! Saranno necessari anche risorse pubbliche a fondo perduto.
E direttamente alle imprese, per spingerle a riaprire e per innovare. E per dotarsi di tecnologie, servizi, prodotti, piani di comunicazione adatti al tempo della crisi. E per il dopo crisi. E per garantire, per sempre, il massimo di sicurezza igienica e sanitaria. Non solo.
Bisogna cogliere questo momento per fare un grande passo in avanti sulla riqualificazione ecologica delle strutture e degli impianti e sulla sicurezza sismica. Perché un edificio con 10 appartamenti deve avere incentivi economici, in tal senso, 10 volte superiori ad un albergo con gli stessi volumi? È necessario cambiare la norma.
Ed è necessario, fuori da ogni ipocrisia, per procedere sulla riqualificazione , risolvere l’annoso problema del rapporto fra stato giuridico e stato di fatto degli edifici.
Tutto questo per ribaltare il paradigma sicurezza-insicurezza.
Per poter affermare che i luoghi dell’incontro sono i più sicuri al mondo! Su ogni piano. Igienico, sanitario, ambientale, strutturale. Per sfidare i mostri, le paure. In sicurezza.

Insomma, il turismo deve rivendicare il suo ruolo identitario ed esistenziale nel paese.
E quello di potenza economica ed industriale.
Una grande industria culturale ed economica!
Che deve avere i mezzi e gli strumenti per innovare e crescere.
Un piano Turismo 4.0.

Sergio Pizzolante