Tutta l’Italia… ma San Marino?
Ce l’abbiamo fatta!
Finalmente dopo quattro lunghi anni siamo riusciti ad affossare definitivamente la musica e i musicisti della Repubblica di San Marino; ma non solo, siamo riusciti nel difficile intento di mostrare ancora una volta all’Europa e a tutti i paesi partecipanti all’Eurovision Song Contest, quanto poco vale la nostra Repubblica in ambito artistico-musicale.
Sto parlando, per chi ancora non avesse capito, del San Marino Song Contest, la kermesse musicale tenutasi Sabato scorso al teatro Nuovo di Dogana, che ha visto trionfare il disc jockey Gabry Ponte con la sua “Elettro-tarantella” dal titolo “Tutta l’Italia”. Si, avete capito bene, la piccola Repubblica di San Marino salirà sul palco di Basilea rappresentata da un brano dedicato in modo chiaro ed inequivocabile al “bel paese”, con un testo che riflette le oramai trite e ritrite contraddizioni della cultura popolare italiana, una sorta di nuova “Terra dei cachi” (Elio e le Storie Tese, Sanremo 1996) ma rivisitata in chiave “dance”. Attenzione! Tutti coloro che stanno pensando che con questo articolo stia facendo polemica sono fuori strada. Il brano è bello, orecchiabile, in linea con gli standard Eurofestivalieri e (forse) per la prima volta anche il pubblico italiano donerà qualche punticino alla Repubblica di San Marino nel caso si approdasse all’ambita finale.

Ma andiamo per gradi, credo sia più che giusto suddividere la questione in due parti distinte.
Da una parte c’è un Contest che anno dopo anno sta acquisendo interesse e popolarità (in Italia e non solo) spinto soprattutto dalla Rai che detiene naturalmente buona parte delle quote della San Marino RTV, dalle infinite pagine Social (che per i primi tre anni hanno riversato “letame” sull’organizzazione, sulle candidature, sulla conduzione, sulle esibizioni, sulla direzione artistica e chi più ne ha più ne metta) e dal lavoro assiduo della nostra Segreteria al Turismo vero motore trainante dell’iniziativa. Quest’anno un upgrade c’è sicuramente stato, la serata è filata via liscia senza intoppi, i conduttori sono stati professionali, tutto si è svolto al meglio e i “tweet” più acidi per una volta sono rimasti sulla tastiera.
Le candidature anche quest’anno sono state tante e da ogni parte del mondo; questo accade perchè salire su un palco così importante fa e farà sempre gola a tutti e poco importa se in mano si ha una bandiera biancoazzuura con sopra uno stemma simboleggiante tre torri piumate.
Negli anni passati il motto è stato: “non importa se parlano male di noi, l’importante è che se ne parli…”, “questa mattina hanno parlato di noi su Radio 2, siamo sulla bocca di tutti…” e ancora: “il nostro hashtag su X è il più usato, siamo di tendenza…” (questa sarebbe una cosa molto positiva se non fosse che accanto all’Hashtag ci fosse quasi sempre un commento sarcastico volto ad amplificare la nostra scarsa professionalità) comunque sia il nostro Teatro è pieno, i biglietti vanno sold out dopo poche ore, le strutture ricettive del paese lavorano e quindi la cosa “saddafare”.
Poi c’è da analizzare il lato artistico della faccenda, quello più importante, chi rappresenterà la Repubblica del Titano in Eurovisione e quale sarà la canzone a far breccia nell’anima di milioni di telespettatori. I più stolti e romantici diranno: “San Marino è uno stato sovrano è giusto che ci vada un sammarinese” ma poi ti ritrovi a leggere lo statuto riguardante le selezioni e scopri che per le realtà “nostrane” c’è un solo posto a disposizione (ma questa è un’altra storia). Le “maledette malelingue”, tanto per citare uno dei più grandi artisti della nostra zona, diranno che San Marino è troppo piccolo e limitato e che non ha al suo interno realtà musicali in grado di reggere tale palco e tale responsabilità. La cosa che fa più scandalo è che a forza di ripetere questo “mantra” anche “l’Europa dell’ESC” comincia a crederci e quando arriva il momento di sostenere e votare la nostra piccola Repubblica durante la diretta Europea ci ritroviamo in fondo alla classifica o giù di li. La domanda aperta che vorrei rivolgere a tutti è: “Perchè dobbiamo dipendere dall’Italia anche in ambito artistico e musicale? Tutto questo lavoro ha realmente portato benefici in ambito Europeo? (Perchè è con il pubblico del “Vecchio continente” che dobbiamo confrontarci e non con l’Italia). Il mondo dell’Eurofestival cosa pensa di San Marino e dei rappresentanti che ha avuto in questi anni? Il problema come sempre è a monte, qualcuno deve aver invitato Gabry Ponte sapendo benissimo che il brano in gara sarebbe stato “Tutta l’Italia”. Al di là della lotta impari tra i partecipanti del Contest sammarinese (il brano di Ponte oltre ad avere già milioni di visualizzazioni su You tube, sta letteralmente invadendo TV e Radio da più di un mese) a nessuno è venuto in mente che tale brano in caso di vittoria “stridesse” leggermente? Nel 2022 Achille Lauro ebbe almeno la decenza di portare un brano inedito e non “Domenica” presentato al Festival di San Remo un mese prima (se anche lo avesse portato almeno la canzone non parlava esplicitamente dell’Italia).
Come sempre San Marino accetta incondizionatamente il gioco dell’Italia e della RAI che anche quest’anno come nel 2022 avrà 2 artisti a rappresentare il “Bel Paese”, Lucio Corsi (forse) e Gabry Ponte. Sicuramente (spero) questo accordo artistico tra Italia e San Marino porterà al nostro paese nuove e gloriose opportunità… ma dov’è finita la nostra dignità, l’orgoglio e il vanto di essere cittadini della più antica repubblica del mondo. Anche i nostri cugini Italiani se lo staranno domandando. Per finire vorrei snocciolare i numeri (risultati) perchè come sempre contano quelli.
Negli ultimi tre anni gli artisti usciti dal Contest di San Marino sono stati in ordine cronologico: Achille Lauro (14° posizione – non qualificato), Piqued Jacks (16° posizione, risultato più basso di San Marino mai ottenuto – non qualificato) Megara (14° posizione – non qualificato). Qualcuno dirà che tre indizi fanno una prova… Santo Marino, ti prego, aiutaci tu.
Nicola Della Valle