FOTO 1 (Roswell UFO Crash Site)
USA, New Messico – Roswell 1947. Nella cittadina di Roswell, situata a Sud Ovest dell’America, esisteva una base aerea.
Un allevatore locale, nel luglio 1947, Marc Brazel,
FOTO 2 (Marc Brazel)
Si rende conto della caduta di una navicella aliena sulla terra di sua proprietà, ma indaffarato come era, non si fermò a verificare i resti di quell’impatto.
Intanto, Kennet Arnold,
Foto 3 (Kennet Arnold – Pilota)
Pilota statunitense, mentre volava nei cieli di Washington incrociò 9 oggetti discoidali che volavano in formazione ad altissima velocità nei pressi del monte Riner. Parliamo del primo avvistamento ufficiale. La notizia si sparse e in seguito altre testimonianze furono rese pubbliche e dal 4 luglio 1947 i giornali pubblicarono centinaia di testimonianze di avvistamenti dei così detti UFO.
Nel frattempo Brazel, sentito di questi avvistamenti decise di parlare di ciò che era avvenuto nella sua proprietà allo Sceriffo George Wilcox.
FOTO 4 (Sceriffo George Wilcox)
Quest’ultimo con Brazel ed un altro uomo in abiti borghesi si recò sul luogo del ritrovamento e raccolse ciò che rimaneva dell’UFO (pezzi di gomma, carta molto robusta, stagnola, nastro adesivo e bastoncini; il tutto pesava circa 3 Kg; sul nastro adesivo vi erano strani segni somiglianti a geroglifici.
A Brazel era già successo in passato di trovare nella sua proprietà e recuperato resti di palloni metereologici e rivelò che il materiale ritrovato in quell’ultima raccolta di resti era diverso da quello dei palloni sonda.
L’ufficiale addetto stampa del 509° reparto dell’esercito dichiara di essere stato incaricato dal comandante del Reparto di rilasciare una dichiarazione stampa. Cinquant’anni dopo egli ricorda che il comandante gli disse: “possediamo un disco volante” che si è schiantato a nord di Roswell. Abbiamo mandato tutto al comando dell’Aeronautica”. Naturalmente la dichiarazione fece molto scalpore e si diffuse rapidamente, ma il giorno successivo vi fu una nuova dichiarazione che asseriva trattarsi di un pallone meteorologico. Tutto questo rimase quindi una questione poco più che locale.
Ma trent’anni dopo il mondo sente parlare della cittadina di Rosswell associandola allo schianto di un disco volante, grazie a due studiosi, Stanton Friedman e William L. Moore.
FOTO 5/6 (Stanton Friedman – William L. Moore)
I due dopo aver raccolto una infinità di dati ed ave intervistato più di sessanta persone collegate con quanto era accaduto, pubblicano un libro, “L’incidente di Roswell” dove si parla di una esplosione di un oggetto volante a circa 200 Km da Roswell, dove sarebbero stati recuperati i cadaveri dell’equipaggio schiantatosi al suolo nella notte tra il 3 e il 4 luglio 1947.
Dopodichè altri studiosi cominciarono ad occuparsi del caso e tra questi due ufologi di Chicago, Don Schmidt e Kevin Randle,
FOTO 7/8 (Don Schmidt – Kevin Randle)
Dedicano 3 anni per cercare ulteriori resti ed intervistare i testimoni ancora viventi. Nel libro che pubblicano i due prendono in esame tutte le possibili ipotesi terrestri, ma scartandole tutte e concludendo che l’oggetto caduto non può essere di natura terrestre. Stanton Friedman fu ospite almeno due volte nel Simposio sugli oggetti volanti e non, che da trent’anni si svolge a San Marino.
Tra le testimonianze più suggestive va registrata quella di Glen Davis,
FOTO 9 (Glen Davis)
all’epoca poco più che vent’enne. Lavorava in una impresa di pompe funebri. Ebbene egli disse che la base aeronautica di Roswell lo aveva contattato per avere informazioni sulla disponibilità di casse da morto di piccola misura e sulle tecniche di imbalsamazione di corpi esposti per più giorni alle intemperie.
Dennis riferì agli ufologi anche gli strani movimenti che in quei giorni avvenivano nell’ospedale militare ed un’amica infermiera della base militare, Naomi Self, spaventata lo aveva invitato ad andarsene per evitare guai. In altra circostanza la stessa gli rivelò di aver aiutato i medici a compiere l’autopsia ad alcuni piccoli corpi dalle sembianze strane. Poco dopo la donna fu trasferita in Inghilterra. Di lei non si sono avuti nè riscontri, né notizie, né fotografie.
Intanto Friedman intervista un ulteriore testimone, Gerald Anderson,
FOTO 10 (Gerald Anderson)
Che sotto registrazione video afferma di aver visto da ragazzo con alcuni amici l’astronave schiantatasi nella piana di Roswell. Anderson disse che molti andarono a vedere quel grosso pezzo argentato schiantatosi al suolo: c’erano – disse – 3 corpi di cui due esanimi e uno che respirava a fatica, Poi c’era un quarto umanoide in condizioni migliori. Di lì a poco arrivarono i militari, i quali dissero ai ragazzi presenti di dimenticare quello che avevano visto.
Ci furono due indagini ufficiali che minimizzarono la portata dell’accaduto, ma da quel momento “Roswell” divenne una specie di parola d’ordine per tutti gli ufologi del mondo. Esperti, appassionati e studiosi, da quel momento portarono avanti le loro tesi che con il passare del tempo, a seguito dei numerosi scientificamente inspiegabili avvistamenti, la caduta della segretazione di archivi del KGB e della CIA, le recenti immagini rese pubbliche dalla Marina Militare Americana, le posizioni assunte dal Pentagono e la recente approvazione da parte del Congresso degli Stati Uniti relativamente alla istituzione di un apposita struttura dedita allo studio degli UFO per garantire la sicurezza del Paese, sono tutti elementi che hanno di fatto reso attendibili le tesi degli ufologi e le teorie, per quel che riguarda San Marino, emerse nel corso di trent’anni in cui si è svolto nel nostro Paese il Simposio Ufologico, il primo al mondo posto sotto l’egida di un Governo.
FOTO 11/12 (Giornali d’epoca)