
Non siamo usciti migliori dalla pandemia, tanto meno usciremo eroi dalla guerra. L’opposizione granitica a un regime dispotico sembra – semmai – farci scoprire più illiberali, meno tolleranti, spaventati. L’ultima reazione inconsulta del mondo occidentale, smarrito e confuso di fronte all’attacco della Russia putiniana, è di modificare le «regole d’ingaggio» di Facebook permettendo l’incitamento alla violenza contro gli «invasori russi», la morte di Putin e del bielorusso Lukashenko. Cadono tutte le barriere etiche e civili. Temporaneamente l’hate speech è permesso contro il nuovo Hitler. È the Purge, la lunga notte dello Sfogo in cui l’odio diventa legale, catarsi e rito per liberarsi dalle frustrazioni e dalla rabbia. Ovviamente non servirà a nulla. La pratica collettiva dei due minuti d’odio fu inventata dal governo orwelliano del Grande Fratello: non è un grande esempio. Le liberaldemocrazie da una parte combattono gli autoritarismi, dall’altra sdoganano la resa dei conti usque ad finem, et ultra. A Donald Trump sospesero Twitter, qui si scoperchia la peggiore violenza verbale. Ma se esiste la libertà di odiare, allora deve valere sempre. E se si difende un principio, si deve prescindere dalle idee personali. No, l’Occidente non uscirà migliore. È precipitato nell’abisso dell’inciviltà. «Facebook è una società privata, può fare quello che vuole». Anche quando si sdogana l’esecuzione sommaria su base etnica? «Tutti i russi devono morire!». Nel dubbio chi scrive si è tolto da Facebook. Non servirà neppure questo. I colossi dei social ci stanno dicendo: «Puoi odiare. Ma solo chi decidiamo noi». Grazie, esco dal gioco. Che poi: non è neppure la temporanea sospensione di un account, su cui già si può discutere. Qui siamo all’upgrade dell’intolleranza. Così si legittima l’istigazione al reato: «Uccidiamolo», «Massacriamoli». Se l’obiettivo è Putin, va bene a tutti. Un po’ meno se è un popolo risvegliatosi senza colpe dentro il nostro stesso incubo. E poi, un domani? Se la libertà di linciaggio fosse rivolta a un altro dittatore ma un po’ meno dittatore, o un altro «uomo forte», o un semplicemente un leader politico che non ci piace? Alcuni che augurano la morte a capi partito dell’area sovranista passano da eroi, o quasi. Altri che usano la stessa arma contro esponenti democratici sono perseguiti. Chi sceglie i target? «Impicchiamo Putin», «Ammazziamo i nemici». È il nuovo nazismo che avanza. Ma la Wehrmacht siamo noi.
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