”Uccidi i Pro Vita” a Roma e la pillola abortiva tra le mani della Madonna a Napoli … di Gianni Toffali

Durante il corteo transfemminista dell’8 marzo che ha percorso il centro della Capitale, è apparsa su una strada del Rione Celio la scritta “Uccidi i Pro Vita”, che ha fatto scattare la denuncia social dell’associazione e gli accertamenti da parte delle forze dell’ordine.

Nella stessa giornata, ma a Napoli, dalla parata del movimento Non una di Meno, è comparso uno stendardo raffigurante un’immagine della Madonna che tra le mani, invece del Cuore di Gesù, tiene una pillola abortiva. In un comunicato stampa, Pro Vita & Famiglia ha precisato che “C’è un clima di crescente intimidazione e sempre più esplicita violenza contro chi promuove la dignità della Vita umana senza distinzioni e in ogni fase dell’esistenza, specialmente la più fragile e vulnerabile. Dov’è lo sdegno di politica e istituzioni? Dove sono i paladini di democrazia, diritti, pluralismo e libertà di opinione? Adesso basta silenzi e complicità”. Parole sacrosante, ma, l’associazione che si occupa di custodire le vite nascenti, dovrebbe allargare l’orizzonte delle responsabilità. Restringere il “mistero del male” all’ideologia femminista antipatriarcale o alle scarse tutele giuridiche e legislative, è del tutto insufficiente per dare una cornice ai sistematici assalti agli attivisti e alla religione cattolica. Appare del tutto lapalissiano, che la radice dell’odio verso il grembo e chi lo difende, non sia di natura umana, bensì demoniaca. Il magistero cattolico spiega che le azioni del principe delle tenebre non si limitano alle “classiche” vessazioni, ossessioni, possessione, infestazioni, ma anche mediante il proponimento di modelli sociali (l’utero è mio e lo gestisco io) e paradisi spiritualistici, che vogliono offrire una scimmiottatura dell’opera di Dio, ma inconsciamente, o più o meno consapevolmente, lasciano carta bianca all’azione di Satana, che trova in queste dimensioni una certa ospitalità idolatrica. L’invisibile, ma palpabile opera diabolica del regista occulto che muove le fila della galassia femminista (ma non solo!) è perfettamente incarnata dalla superbia di chi odia Dio, la Vita e la Famiglia.

Gianni Toffali

Gianni Toffali