No al riconoscimento della seminfermità di mente, così come prospettata dal perito Vittorio Melega, ed equivalenza delle attenuanti generiche (giovane età e costituzione ai carabinieri) alle aggravanti (premeditazione e rapporto di discendenza delle vittime con l’ex fidanzata dell’imputato). Sono gli elementi del dispositivo che hanno indotto il gup a condannare a 20 anni di carcere Antonio Tagliata, 19 anni, che il 7 novembre 2015 ad Ancona, uccise a colpi di pistola i genitori dell’ex fidanzata minorenne, Fabio Giacconi e Roberta Pierini.
Il giudice, tenuto conto delle attenuanti generiche, ha escluso l’ergastolo, partendo da una pena di 24 anni aumentata di sei anni per la continuazione (ricettazione e porto abusivo della pistola Beretta). Ai 30 anni è stato tolto un terzo per la scelta del rito abbreviato con pena finale 20 anni. Un computo che «ha accolto integralmente» le istanze del pm Paolo Gubinelli, come ha spiegato a margine dell’udienza lo stesso pubblico ministero a nome della Procura. L’accusa aveva chiesto di non concedere la diminuente del vizio parziale di mente e di riconoscere la premeditazione, in considerazione delle lettere lasciate ai familiari.
Alle parti civili, costituite tramite l’avv.
Marco Pacchiarotti, sono state riconosciute provvisionali di risarcimento: 100 mila euro al padre di Giacconi e 50 mila euro ciascuno alla sorella di Giacconi, alla sorella e al fratello della Pierini. Il risarcimento dovrà essere quantificato in sede civile. Tagliata, difeso dall’avv. Manfredo Fiormonti, era presente in aula alla lettura del dispositivo. Giacca sportiva blu e jeans, capelli rasati di lato, è apparso tranquillo al termine dell’udienza. Subito dopo è stato trasferito dalla polizia penitenziaria nel carcere di Castrogno (Teramo), dov’era già detenuto. Lette le motivazioni della sentenza, la difesa deciderà l’eventuale appello. L’ex fidanzata di Antonio, ora 17enne è invece detenuta nell’istituto di pena minorile di Nisida (Napoli). lastampa.it