Uccise la sorella, Scagni fa solo spontanee dichiarazioni

(ANSA) – GENOVA, 06 MAR – Ha rilasciato solo una breve
spontanea dichiarazione, una frase che apparentemente
sembrerebbe addossare la responsabilità ad altri. E’ durato
pochi minuti l’interrogatorio di Alberto Scagni, l’uomo che ha
ucciso la sorella Alice il primo maggio dello scorso anno sotto
casa a Genova Quinto. “Mia sorella mi aveva detto che sotto casa
sua c’era sempre la polizia. Ma quel giorno non c’era”, ha detto
davanti al pm Paola Crispo. Scagni, difeso dagli avvocati Elisa
Brigandì e Maurizio Mascia, aveva chiesto di essere interrogato
visto che finora non aveva mai parlato: non lo aveva fatto con
il giudice per le indagini preliminari al momento della
convalida e nemmeno con il pm nel corso delle indagini.
    A inizio febbraio la procura ha chiuso le indagini per
l’uccisione contestando l’omicidio premeditato pluriaggravato e
il porto abusivo di armi. Adesso il magistrato potrà chiedere il
rinvio a giudizio.
    Dopo l’omicidio era stato aperto un secondo fascicolo sulle
presunte omissioni e sottovalutazioni degli allarmi lanciati dai
familiari (assistiti dall’avvocato Fabio Anselmo): sono stati
indagati due agenti e una dottoressa, interrogati nelle scorse
settimane.
    Quel giorno Scagni minacciò i familiari perché voleva soldi.
    Dopo la telefonata si piazzò sotto casa di Alice e l’aspettò per
ore. Quando la sorella uscì di casa lui la colpì con 24
coltellate. L’uomo è stato sottoposto a perizia psichiatrica.
    Secondo Elvezio Pirfo, il perito del giudice per le indagini
preliminari, Scagni è semi infermo di mente ma capace di stare
in giudizio. Il consulente della procura Giacomo Mongodi lo
aveva definito pienamente capace. (ANSA).
   


Fonte originale: Leggi ora la fonte