Il 78,5% degli iscritti al M5S dice “sì” all’intesa. L’Alde: “Il gruppo resta pro Europa”. Dietro la “svolta” di Grillo la caccia ai contributi: senza gruppo in fumo 700mila euro.
Guy Verhofstadt chiude la porta in faccia a Beppe Grillo. Uno schiaffone senza precedenti, una figuraccia che manda in tilt l’intero Movimento 5 Stelle. Il leader di “Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa” (Alde) ha, infatti, deciso di ritirare la proposta di accordo per l’ingresso nel suo gruppo degli eurodeputati Cinque Stelle perché il comico genovese non gli dava sufficienti garanzie.
Cade così nel vuoto l’approvazione online degli iscritti al movimento all’accordo di quattro punti, scritto lo scorso quattro gennaio e svelato oggi dai siti Medium.it e Politico.eu. Restano la spaccatura all’interno del partito e la rivolta della base.
“Incredibile, insieme a Monti e Rutelli… ora basta”. Sul blog di Beppe Grillo è arrivata una pioggia di commenti critici al risultato che certifica con un 78,5% il via libera al passaggio di M5S all’Alde. A spingere il comico a lasciare l’alleanza con lo Uk Independent Party di Nigel Farage sono i contributi. Ingolosito dai 700mila euro di contributi, che andrebbero in fumo senza l’appartenenza a un gruppo, ha così tentato la svolta europeista. I punti dell’accordo per l’ingresso del Movimento 5 Stelle nel gruppo liberaldemocratico guidato dall’europeista belga riguardavano in particolare il “rinnovo della democrazia europea”, la “riforma dell’Eurozona”, i “diritti e le libertà” e le “opportunità senza confini”. Il gruppo Alde, attualmente composto da 68 eurodeputati guidati da Verhofstadt e provenienti dai partiti del centro moderato e liberale dei paesi europei, sarebbe comunque“restato pro Europa” anche dopo l’eventuale accordo con Grillo e l’eventuale ingresso dei suoi 17 eurodeputati nel gruppo. Condizioni che, a quanto pare, sarebbero andate bene anche ai grillini. Oggi pomeriggio il 78,5% degli iscritti ha, infatti, detto “sì” al passaggio del movimento all’eurogruppo di Alde.
Ora, però, si ritrova con il partito spaccato. E con l’ennesima giravolta che gli si ritorce contro in una figuraccia a Cinque Stelle, mentre annuncia “un gruppo politico autonomo per la prossima legislatura europea: il Ddm (Direct Democracy Movement)”. Il Giornale.it