Un “abisso” il divario tra gli stipendi dei lavoratori pubblici e dei privati. Per gli industriali “il costo orario di medici e insegnanti è anche 4 volte più alto”

soldi 50 euroDa un lato la riduzione della spesa pubblica su cui “ancora oggi non si sono visti i grandi interventi previsti dalla relazione del ‘team’, depositata nel 2013” e dall’altro una riforma del lavoro “in salsa sammarinese lungi dall’essere proposto, anche se qualche novità in tal senso è arrivata: il ‘Decreto Mussoni’ (Decreto delegato del 9 agosto 2011)”.

Così l’analisi compiuta da Fixing, il settimanale degli industriali sammarinesi che nell’ultimo numero titola senza possibilità di equivoco: “Retribuzioni, un abisso tra pubblico e privato”. Nell’articolo a firma di Daniele Bartolucci si affronta “l’annoso problema della differenza di retribuzione tra pubblico e privato” e si sottolinea il fatto che “se la Pubblica amministrazione fosse una macchina perfetta ed efficiente probabilmente tale differenza sarebbe anche condivisibile, ma purtroppo non lo è (e non lo sono, esclusi alcuni paesi nordici, nemmeno quelle degli altri paesi europei) e ciò comporta sia un costo eccessivo per lo Stato sia un costo indiretto per le imprese e i cittadini che non hanno il servizio che meriterebbero”. Dal punto vi vista dell’analisi retributiva, il settimanale Fixing spiega che i numeri riportati “evidenziano quanta strada si debba ancora fare per dare attuazione ai dettami dell’art. 70 della Legge 188/2011: “[…] con il duplice obiettivo di ridurre complessivamente gli importi attualmente legati alle qualifiche e di tenere conto delle retribuzioni del settore privato per le medesime o equivalenti professionalità/funzioni”.

Per effettuare i calcoli sono stati utilizzati i dati forniti dall’ufficio statistica sul ‘costo del lavoro’ di ogni settore e da cui si “dimostra – si legge su Fxing – quanto sia oggettiva la frase pronunciata dalle associazioni di categoria, Anis in primis, sulla differenza di retribuzione tra pubblico e privato, ovviamente tutta a vantaggio del primo”.

Dall’analisi emerge che i settori dove il ‘costo orario’ di un dipendente con 10 anni di anzianità (usato a riferimento per tutti i calcoli) è maggiore sono quelli pubblici.

“Primo in questa classifica risulta il settore scuola, dove un’ora di lavoro di un insegnante della scuola secondaria superiore costa allo Stato 85.55 euro; ‘solo’ 46,79 gli insegnanti della scuola dell’infanzia, quasi la metà di quelli delle superiori e delle medie (80,58), un po’ meno di quelli delle elementari (62,09). Pur essendo il costo orario più alto, quello della scuola non è però il lavoro meglio retribuito: si va dai 2.206,12 ai 2.592,85 euro di paga base mensile a cui vanno sommati gli scatti di anzianità, le indennità di funzione docente e nel caso delle superiori anche la differenza di livello, che portano la paga mensile da 2.543,62 a 3.341,86 euro a seconda del ruolo.

Poi c’è la ‘retribuzione indiretta’, cioè la sospensione del servizio, le festività infrasettimanali, le assemblee e permessi sindacali, i permessi retribuiti e la gra- tifica natalizia (i ‘costi indiretti’ vanno dai 15,50 ai 30,04 euro l’ora lavoro, i più alti di tutti i settori analizzati). Tutto questo, compresi i contributi assicurativi, Fondiss e Tfr genera il costo orario finale.

Al secondo posto c’è l’Iss, dove il medico di base costa 55,69 euro l’ora, un infermiere professionale 28,71, un operatore tecnico assistenziale 24,77 e l’assistente medico 48,93. in questo caso le retribuzioni sono più alte, non tanto a livello base, ma sommate alle indennità e incentivi di medici di base e assistenti medici, che fanno raddoppiare la cifra iniziale, portandola fino ai 5.337,91 euro dei primi e 4.616,70 dei secondi: si va dagli scatti di anzianità biennali alla indennità fissa e quella progressiva, l’incentivo assistiti e una generica ‘maggiorazione’. ovviamente infermieri e opera- tori tecnici non hanno queste indennità di servizio e la loro paga mensile così come il costo orario sono notevolmente più bassi, più simili a quelli dei settori privati.

Al terzo posto dell’ipotetico podio troviamo la Pubblica Amministrazione vera e propria: in questo caso la logica è più ‘aziendale’ e il costo orario, così come le paghe base variano a seconda del livello di inquadramento. Partendo da paghe base più ‘normali’ (1.892,56 euro per il 4° livello, 3.139,34 euro per l’11°) anche il costo orario totale è più basso di Scuola e iss: da un minimo di 21,57 ad un massimo di 47,64 euro l’ora.

Per completare il quadro statale non si può non considerare la retribuzione dell’Aasp: si va dai 21,70 euro di costo orario per gli operai qualificati ai 27,35 del coordinatore di 6° livello, che costa poco più del capo squadra 5 A (26,23 euro). (…) San Marino Oggi