Un altro bimbo rischia di morire lasciato in auto (di David Oddone)

Una storia che dovrebbe fare riflettere arriva dal sud del Texas, dove un bambino è stato salvato da un destino tragico. Una famiglia, accidentalmente, aveva lasciato le chiavi del veicolo dentro l’auto, mettendo il piccolo a rischio, nel caldo cocente. Il drammatico salvataggio è stato ripreso da un passante nel parcheggio di un supermercato ad Harlingen.

Nelle immagini – che hanno fatto il giro del mondo – si può vedere il padre del bambino, accortosi della situazione, prendere rapidamente un martello e sfondare il vetro del parabrezza per liberare il figlio intrappolato. Una folla di persone si è subito radunata attorno al veicolo, offrendo il proprio aiuto e supporto.

La vicenda serve da triste ma importante richiamo riguardo ai rischi per i bambini lasciati incustoditi in auto. La loro temperatura corporea può aumentare da tre a cinque volte più velocemente rispetto a quella degli adulti, e lasciare un bambino in un’auto sotto il sole può trasformarsi in una situazione pericolosa e mortale in breve tempo. In una giornata calda, un’auto parcheggiata al sole può diventare una vera e propria fornace in meno di un’ora, mentre il rischio si riduce se il veicolo è parcheggiato all’ombra.

Questa triste realtà non è purtroppo circoscritta solo agli Stati Uniti: anche in Italia si sono verificati casi di bambini lasciati in auto con esiti fatali. Non molto tempo fa, una tragica notizia ha colpito una famiglia nella zona della Cecchignola, a sud di Roma, dove una bambina di un anno è deceduta a causa dell’abbandono in un’auto surriscaldata.

Per contrastare l’emergenza, l’Italia ha introdotto il cosiddetto decreto “seggiolino”, che rende obbligatori i dispositivi anti-abbandono per i bambini fino ai 4 anni di età, una misura attiva dal 6 marzo 2020. Tali dispositivi sono fondamentali per evitare tragedie come quella accaduta alla Cecchignola e per sensibilizzare le famiglie riguardo ai pericoli che possono derivare dalla dimenticanza.

Chiunque venga sorpreso a trasportare bambini al di sotto dei 4 anni senza l’adeguato sistema anti-abbandono rischia sanzioni amministrative che possono andare da 83 a 333 euro e una decurtazione di 5 punti sulla patente. Troppo poco. Di seguito i drammatici precedenti di bimbi dimenticati in auto che hanno perso la vita.

19 settembre 2019, Catania – Un bambino di due anni viene dimenticato in auto dal papà, sicuro di averlo lasciato all’asilo prima di recarsi a lavoro. Si accorge di quello che ha fatto dopo aver parlato con la moglie, ma per il piccolo purtroppo non c’è stato nulla da fare.

18 maggio 2018, Pisa – Una bambina di un anno è stata trovata senza vita a Pisa in un parcheggio nei pressi dello stabilimento dove lavora il padre che aveva dimenticato la bambina nel seggiolino. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri, insieme con il personale del 118 e i vigili del fuoco ma per la piccola non c’è stato nulla da fare.

7 giugno 2017, Arezzo – A Castelfranco di Sopra una madre va a lavoro e dimentica la figlia di 18 mesi in macchina. Dopo il lavoro, si rimette in auto e nel fare la retromarcia scopre il corpo senza vita della bambina.

27 luglio 2016, Firenze – Una mamma lascia la figlia di 18 mesi in auto, dimenticandosi di lei. La bambina, dopo la scoperta, viene trasportata in condizioni critiche all’ospedale Meyer dove muore il giorno dopo.

1 giugno 2015, Vicenza – Una bambina di un anno e mezzo viene lasciata per 3 ore in macchina dai genitori. La piccola muore per asfissia. I genitori avevano dimenticato di averla portata con loro al supermercato per fare la spesa.

4 giugno 2013, Piacenza – Un padre va a lavoro e dimentica il figlio di 2 anni in auto, parcheggiata al sole, per 8 ore. A lanciare l’allarme il nonno del bambino, che non lo trova all’uscita dall’asilo.

27 maggio 2011, Perugia – A Passignano sul Trasimeno, nel Perugino, un padre accompagna la moglie a lavoro e si reca al club velico del paese. Dopo qualche ora si accorge di aver lasciato il figlio di 11 mesi in macchina. Inutile l’intervento del 118.

18 maggio 2011, Teramo – Una bimba di 22 mesi viene lasciata in auto dal papà. La piccola è rimasta 5 ore in macchina, parcheggiata al sole. Il padre era uscito di casa alle 8, prima di andare al lavoro, avrebbe dovuto portare la piccola al nido. La bambina muore dopo 3 giorni in ospedale.

30 maggio 2008, Lecco – A Merate, nel Lecchese, muore una bimba di 2 anni dimenticata in auto dalla madre, una maestra, convinta di averla accompagnata dalla baby sitter prima di andare a lavoro. Quando torna all’auto parcheggiata, trova la piccola in auto che morirà poco dopo in ospedale.

Luglio 1998, Catania – Un ingegnere di 37 anni va a lavoro e si dimentica del figlio, che dorme nel seggiolino sul sedile posteriore dell’auto. L’uomo capisce di aver lasciato il bambino in macchina dopo aver ricevuto una telefonata della moglie. A 2 anni il piccolo muore per asfissia.

I lettori mi scuseranno se torno nuovamente sull’argomento, ma essendo un papà non posso fare finta di nulla quando leggo di queste tragedie.

Come ho già avuto modo di scrivere, rivolgendomi direttamente al Segretario Belluzzi, le soluzioni spesso le abbiamo a portata di mano e le più semplici, sono le più efficaci.

Quando lasciavo le mie bimbe all’asilo, immancabile arrivava il messaggio di mia moglie che mi chiedeva se eravamo arrivati. In più se capitava che le bimbe stessero male o semplicemente fossero assenti, avvertivamo comunque sempre l’asilo. Ricordo che c’erano delle volte in cui mi veniva risposto che chiamare non era necessario perché non si trattava della scuola dell’obbligo. Spiegai allora, forse senza essere capito, che l’importanza della telefonata stava nel fatto che se un giorno non l’avessimo fatta e le bimbe fossero state assenti, quello sarebbe dovuto essere un campanello d’allarme.

So che in tanti asili – evidentemente però non in tutti! – questa rete di solidarietà è già presente. Lancio allora nuovamente la proposta di prevedere a San Marino un protocollo volto proprio ad evitare lutti, verso i quali non agendo, avremmo ognuno grandi responsabilità.

David Oddone

(La Serenissima)