Un bellariese sindaco di Rimini … di Sergio Pizzolante

Riflettevo sulla proposta della Lega di candidare un bellariese, ex sindaco, a sindaco di Rimini. La cosa più divertente capitata nella lunga novella riminese del toto-sindaco.
Lascio perdere le considerazioni più politiche. Civici, non civici, politici al 100%, al 50, al 25, cose così.
Voglio raccontare il film che scorre nella mia mente di non riminese approdato a Rimini 40 anni fa.
Una piccola storia politica sul rapporto fra Rimini e Bellaria. Un promemoria.
Fra le città del riminese che si staccarono da Forlì, Bellaria è sempre stata la meno riminese di tutte. Parente, ma un po’ lontana, con una sua nobiltà, ma un po’ estranea, al campo di battaglia politico riminese. Anticipatrice di processi politici e amministrativi. Il primo sindaco non comunista della provincia. Un socialista, Pietro Baldassarri. La prima grande opera di riqualificazione urbana e commerciale e turistica, l’Isola dei Platani.
Erano cose belle ma, distanti da Rimini.
Così apparivano.
Politicamente, nei partiti, allora presenti e strutturati, le sezioni bellariesi, erano mondi autonomi, quasi stranieri. Isole.
Nel Psi, il capo era il grande Sergio Domeniconi, ex dirigente della Cgil nazionale. Ma Rimini stava con De Michelis, lui con Babbini, lato opposto.
I socialisti bellariesi nemmeno partecipavano alla vita politica del Psi riminese. Delegavano.
Nella Dc c’era Italo Lazzarini, funambolico leader politico, poi sindaco, fisicamente e antropologicamente lontano dalla Dc riminese. Quasi capo di una repubblica indipendente.
Era un po’ diverso nel PCI, poi PDS, poi Pd. Il partito non tollerava isole autonome. E poi c’era uno dei migliori dirigenti espressi da quel partito negli ultimi 40 anni, Nando Fabbri.
Sindaco, poi presidente della Provincia, figura dominante della politica riminese per un decennio almeno. Ma quando si candidò alle primarie per il sindaco di Rimini nel 2010, il grande Nando arrivo’ terzo, dopo Gnassi e Arlotti.
L’ex sindaco di Bellaria che diventa sindaco di Rimini? No, cosa impossibile anche per un partito come il Pci-PDS- Pd, dove tutto era possibile se lo voleva il partito. Allora.
Bellaria ha la sua nobiltà. Ma è periferia del Regno. È il secondo figlio maschio della Regina. È una dinastia importante che però sta dentro uno spazio non verticale dell’albero genealogico.
E poi Rimini è una capitale.
Certo può essere conquistata da un non riminese, in teoria, per ipotesi, c’è stato un( grande!) sindaco di Viserba, ma non da un non riminese che è stato capo di un castello alla periferia della capitale.
Questo non può succedere.
Non è un insulto, nemmeno una bestemmia. Sarebbe considerata tale solo la candidatura di un riccionese a sindaco di Rimini.
È fuori dalla storia e da ogni logica politica. Solo questo.
Sarebbe considerato un insulto o una bestemia, più di una bestemmia, solo se un ex sindaco di Bellaria, fosse candidato a sindaco di Rimini, da un sindaco di Riccione.
Ma non è così dicono. Così dicono.
La mente umana, di solito, non è così complicata.
Sergio Pizzolante