Un consiglio per Beccari e Gatti: facciamo cantare i tre tenori (l’editoriale di David Oddone)

“San Marino sarà ancora più integrato nell’architettura europea. Naturalmente continuerà ad essere uno Stato membro attivo e apprezzato del Consiglio d’Europa. Ci sarà più Europa a San Marino e più San Marino in Europa, e tutti ne beneficeranno”.

Parole e musica di Marija Pejcinovic Buric, Segretaria generale del Consiglio d’Europa, nell’esclusiva intervista che mi ha rilasciato per “La Serenissima”.

Da qui si parte per commentare gli ultimi fatti di cronaca politica.

Basterebbero tali parole chiare e precise per fissare un concetto chiave: la Repubblica di San Marino è ormai avviata – piaccia oppure no – ad una maggiore integrazione con la Ue, attraverso il processo di associazione.

Un processo irreversibile e, ci è stato detto, alle battute finali.

Quanto messo nero su bianco da Marija Pejcinovic Buric credo rappresenti la migliore risposta ai presidenti delle autorità europee di vigilanza su banche, mercati finanziari e assicurazioni, i quali hanno scritto una lettera alla Commissione per metterla in guardia sui rischi di riciclaggio di denaro derivanti da rapporti finanziari più stretti con San Marino, Monaco e Andorra.

Premesso questo e preso atto della comprensibile rabbia dei Segretari Esteri e Finanze, Beccari e Gatti, io credo che invece di lasciarsi andare a reazioni scomposte, si dovrebbe semplicemente rispondere coi fatti a chi, anche lecitamente, vuole vederci chiaro.

Più volte ho scritto e dato atto dei passi compiuti dalla Repubblica di San Marino in ottica di trasparenza.

E allora? E allora in concreto dovremmo mettere in mostra i nostri “tre tenori”.

Il presidente del Tribunale, Giovanni Canzio; la presidente di Banca Centrale, Catia Tomasetti; il comandante della gendarmeria, Maurizio Faraone.

La Repubblica di San Marino può contare e puntare su tre fuoriclasse, persone specchiate e dalle indubbie capacità, conosciuti e apprezzati ben oltre i confini dell’Antica Terra della Libertà.

Ebbene, i loro nomi, la loro indipendenza, appaiono la più alta garanzia affinché il Titano non rappresenti un rischio e un problema per gli altri Stati Ue.

Il governo lasci “parlare” loro, li doti di ancora maggiori strumenti e autonomia.

Oggi abbiamo leggi molto chiare e stringenti in materia di contrasto ai fenomeni distorsivi.

Ne servono altre? Ebbene si tenga conto dei consigli dei nostri professionisti.

Allo stesso tempo il governo non cada nella trappola di prendersela con l’opposizione, che fa unicamente il suo mestiere.

Cosa farebbe l’attuale maggioranza a parti invertite? E’ un fatto innegabile che la compagine governativa sia appesa ad un filo. Così come l’andare avanti nonostante numeri risibili sia stato giustificato proprio con la necessità di portare a compimento il processo di associazione all’Unione Europea. Va dunque da sé che la dura presa di posizione delle autorità europee di vigilanza comporti, obtorto collo, uno scossone sul piano politico.

Anche perché ancora non conosciamo con esattezza i termini dell’accordo di associazione e cosa esso comporterà sul piano pratico per San Marino in diversi ambiti.

Ecco allora che una maggiore trasparenza, così come un più ampio coinvolgimento delle opposizioni e delle forze sindacali e datoriali sarebbe auspicabile.

Mai come in questo momento si deve fare sistema, ma governo e maggioranza non possono chiedere aiuto soltanto quando fa comodo, al contrario si devono gettare le basi non solo del presente, ma anche del futuro.

Altrimenti ognuno per la sua strada, col rischio di trovarsi a gestire da soli questioni spinose come quella del “Des 2.0”, che porterà più “beghe” che vantaggi.

Una delle grosse carenze della passata legislatura fu proprio quella di incedere a testa bassa, senza ascoltare le riserve di opposizioni e media: peccato non si faccia mai tesoro delle esperienze precedenti ma si ricada pervicacemente nei medesimi errori.

A proposito dei giornalisti, fare i cani da guardia della democrazia è sempre più difficile, fra minacce e pressioni della politica.

Perciò non posso che ringraziare la Segretaria Generale Marija Pejcinovic Buric per la vicinanza che ci ha espresso e per la promessa che sarà al nostro fianco in caso di ingerenze e intimidazioni.

Chiudo con le sue parole nell’intervista che mi ha rilasciato: “I governi dovrebbero rafforzare la protezione, perseguire gli autori dei crimini contro i giornalisti e sensibilizzare la società sul ruolo cruciale che media diversi e indipendenti svolgono nel mantenimento di una vera democrazia. In questo contesto preoccupante, il Consiglio d’Europa ha sviluppato un arsenale di strumenti di definizione degli standard, fornendo ai governi le indicazioni necessarie per garantire la sicurezza dei giornalisti”.

David Oddone

(La Serenissima)