Dopo circa venti mesi di gestione del “governo delle meraviglie” non si può evitare un giudizio fortemente negativo sul suo operato. Si è infatti ingessato nella continuità della vecchia politica che, o di destra o di sinistra, per troppi anni si è intrecciata con gli affari e si è confusa con una imprenditoria legata ai vecchi capisaldi dell’opacità e dell’illegalità, sposandone anche i suggerimenti e i comportamenti.
I grandi annunci di una nuova era sono ben presto diventati miseri fatti, inframmezzati da buoni provvedimenti dettati dall’esterno e subìti dal governo. La politica economica e ?nanziaria è stata disastrosa e ha provocato danni enormi al Paese. Il tentativo maldestro e arrogante di impadronirsi di Banca Centrale ha dato risultati devastanti. Dopo tre anni di giochi e manovre sulla testa di Banca Centrale, alcune banche controllate sono ancora nel capitale sociale del controllore!
Non viene attuato il progetto, votato dal Consiglio, per lo sviluppo del centro ?nanziario;non si fa sistema e non si pilotano le banche verso l’internazionalizzazione; si mette in priorità la vigilanza in termini numerici e non di qualità, anziché il consolidamento del sistema e ciò che esso comporta. Si corre il rischio di avere una “grande” vigilanza senza più la materia da vigilare; si parla di autonomia e il governo ne decapita i vertici autonomi… che vigilano troppo. E non parliamo dei giochi sulle forze di polizia.
La mancanza di un progetto per i settori produttivi e dei servizi ha evidenziato incompetenza e super?cialità con conseguenze molto negative. Stiamo infatti passando dalla recessione alla depressione mentre le economie di tutto il mondo mostrano segni di ripresa.
Stiamo scivolando su un’assa insaponata mentre il governo sta a guardare preoccupato solo di blindare una maggioranza che fa acqua da tutte le parti. Saranno incalcolabili i danni provocati e sarà resa durissima la vita a chi rimarrà senza lavoro. E’ ormai chiaro il fallimento del Patto per San Marino che segue a ruota Riforme e Libertà, due coalizioni assurde per una legge elettorale assurda.
E’ un fallimento che può toccare tutta la politica ed è ormai quasi tardi per porvi rimedio. Il fallimento del Patto non è solo politico, è anche marcatamente economico in quanto non è stato capace di avanzare uno straccio di idea sull’economia del futuro. Basta analizzare i dati sulle chiusure e sulle cessazioni aziendali che sono drammatici e quelli gravissimi della disoccupazione che è giunta a livelli che ?no a poco tempo addietro sarebbero stati giudicati catastro?ci e che non potrà segnare che un peggioramento in futuro assorbendo risorse ingentissime a rendimento zero.
In questa situazione depressiva, i governanti non si rendono neppure conto di non avere fatto niente per fermare la frana e cercare di uscire dalla crisi con un progetto organico di breve e medio termine.
Non sono consapevoli che la coperta è diventata troppo piccola e che si sono messi da soli nella trappola dei tagli alla spesa mentre la spesa è inadeguata e bisognerebbe aumentarla per riconvertire l’intera economia in settori di esportazione verso altri mercati, di servizi alla persona, di ricerca scienti?ca e di altre aree che non comportano attività di scambio e di fatturazione con l’Italia.
Sono lontani da una analisi razionale e impongono una gestione dilettantesca che comporterà sacri?ci per tutti i cittadini. Il prezzo sarà pagato dagli imprenditori che dovranno rinunciare alle loro attività e dai lavoratori dipendenti che entreranno in disoccupazione senza concrete speranze di trovare un posto di lavoro nei prossimi anni. L’impegno della politica estera è stato vani?cato dall’immobilismo e dalle lotte di potere all’interno di una maggioranza divisa tra riformatori e conservatori. L’ultimo colpo di coda della vecchia politica è il tentativo sprovveduto, disperato e avventuristico di ingaggiare i socialisti riformisti per neutralizzare e isolare Ap creando altri guasti nel quadro politico, illudendosi di dividere il fronte riformista che sta nascendo per iniziativa del Psrs. Sicuramente il Psrs non cadrà nella trappola perché ne va della sua sopravvivenza e perché rappresenta la grande opportunità di aprire una fase nuova e indispensabile per il rinnovamento, per il cambiamento e per salvare il Paese.
Mentre San Marino è sull’orlo del baratro, qualcuno della maggioranza scatena una nuova lotta di potere personale invece di prodigarsi per il bene comune. Mentre il governo è bollito, qualcuno sparge veleni e alza una cortina fumogena per far credere che si possono comprare le forze del rinnovamento e del cambiamento, ben sapendo che non ha alcuna possibilità di riuscita.
È proprio un governo da black list.
L’Infedele