Che dire?
Un combattente.
Un leone.
Al di là di quello che dice.
Al di là di quello che ridice.
Si può essere d’accordo o no.
Non importa.
Siamo oltre.
Va verso la fine combattendo.
È un pezzo di storia che sfida il tempo e la storia.
Hanno commentato,con cinismo, Berlusconi morto, come se fosse morto, nell’ultimo mese.
E lui ricompare e smentisce i necrologi dei suoi becchini.
Quelli che hanno fatto di tutto per distruggerlo, politicamente, economicamente, umanamente.
Infierendo anche sul letto di morte.
Hanno cercato di scrivere la sua storia falsandola, mistificandola, ridicolizzandola, mentre era morente.
E lui ricompare per riscriverla lui.
Ha proposto, riproposto, un manifesto politico, culturale. Liberale e garantista. Berlusconista.
Si può essere d’accordo o no, lo si può condividere o no. Non importa.
Ma è incredibile la forza con la quale si rialza, per riraccontare lui. La sua storia. Il suo manifesto.
Riappare.
E non c’è dubbio.
Quando davvero non ci sarà più, sarà lui a parlare per lui. Più di tutti i becchìni.
Con due discorsi, quello della discesa in campo e questo, quello della riapparizione.
Io ho fatto altre scelte ad un certo punto.
Le rifarei perché le ho fatte con convinzione.
Perché il Polo delle Libertà che era nato per reagire a Tangentopoli era diventato un’altra cosa.
Ma questo è poco, molto poco, per non farmi dire che oggi ho provato ammirazione per un uomo che combatte. Combatte ancora. Nonostante tutto.
Ammirazione.
Sergio Pizzolante