Un mese di esercitazioni militari, ma la Sardegna non ci sta

(ANSA) – CAGLIARI, 29 APR – Si concluderà con un ‘Demonstration Day’ a metà maggio la maxi esercitazione militare
in Sardegna denominata Noble Jump: una giornata di dimostrazione
delle potenze alleate congiunte – insieme ai soldati italiani
anche gli alleati di Germania, Norvegia, Paesi Bassi, Repubblica
Ceca e Lussemburgo – per saggiare la prontezza delle capacità di
combattimento della Nato in uno scenario di guerra. Ma per
l’Isola non sarà finita: la primavera di allenamenti alle
battaglie continuerà dall’8 maggio, quando inizierà invece la
Joint Stars: saranno coinvolti oltre 4.000 militari e circa 900
tra mezzi terresti, aerei e navali. E gli indipendentisti sardi
e antimilitaristi restano in guardia, pronti a urlare un nuovo
no alle esercitazioni e chiedere chiusura e riconversione dei
poligoni militari. Per il momento non ci sono nuovi sit-in o
cortei in programma, ma il movimento “no war” in Sardegna sta
assistendo a un ricambio generazionale con nuovi attivisti che
arrivano da scuole e università. Ieri intorno alla base aerea
militare di Decimomannu ci sono stati anche momenti di tensione
con le forze dell’ordine per un corteo organizzato da “Sardinnia
aresti” che, in concomitanza con Sa die de sa Sardigna, si stava
avvicinando troppo alla zona protetta da muri e filo spinato.
    Per allontanare i circa 250 manifestanti sono stati usati anche
idranti e lacrimogeni. Una presenza non gradita dai pacifisti.
    “Basta con le esercitazioni. La Sardegna ospita circa il 65% del
demanio militare italiano e ha sul suo suolo i due poligoni più
grandi d’Europa, nelle aree di Teulada e Quirra, che ormai da
decenni non fanno altro che devastare i nostri territori,
talvolta in maniera irreparabile”, dichiara Danilo Lampis di
Sardegna chiama Sardegna. (ANSA).
   


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