Il dirigente del tribunale convoca i giornalisti per dire loro – fra le altre cose – che i magistrati non accetteranno intimidazioni.
Poi parla di un procedimento in corso e non ancora concluso.
Ad essere intimiditi sono i media. Non si capisce infatti il senso di “schierare” gli inquirenti in quella maniera. I giudici dovrebbero parlare con gli atti non con le parole. Se qualcuno ha commesso un reato va perseguito.
Ripetiamo: sfugge il senso di alcune affermazioni a meno che non si voglia inviare un messaggio.
Ed è francamente incredibile secondo il nostro modo di vedere che un tribunale utilizzi questo metodo di comunicare e agire. Ma ancora più sconcertati dovrebbero essere gli avvocati per ovvi motivi.
Secondo le carte costituzionali dei Paesi civili chiunque è innocente fino a sentenza definitiva.
E allora perché percepiamo un senso – si badi bene, è solo un sensazione! – di sentenza già scritta?
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