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  • Una ingiustizia senza fine … di Sergio Pizzolante

    I giudici della Cassazione hanno condannato, dopo 30 anni, Bobo e Stefania e Anna Craxi a pagare le tasse su un fondo estero di circa 20 miliardi di vecchie lire, secondo loro “riconducibile” a Craxi, nella “disponibilità” di Craxi, soldi movimentati tramite “terze persone” e che dovevano affluire a Craxi attraverso “qualche persona”.
    Bobo, Stefania e Anna non hanno mai visto una lira di quei 20 miliardi, dei quali dovrebbero pagarne 10, oltre le spese processuali e legali. Mai una lira.
    E nemmeno Bettino. Non c’è una lira andata su un conto di Bettino o della moglie o dei figli o in una qualche proprietà. Che non esiste.
    I figli e la moglie hanno ereditato nulla dei “conti di Craxi”, delle “fontane di Milano rubate da Craxi”, delle proprietà inesistenti di Craxi, che a Milano abitava in affitto.
    Una lira. Niente. Hanno ereditato debiti, conti aperti con i legali, con i tribunali.
    Conti aperti con una ingiustizia che non ha mai fine. Hanno ereditato una memoria dannata di un paese dannato e ingiusto e violento con chi perde.
    Nella casa di Hammamet io ci ho vissuto, una casa che qualsiasi medio commercialista di Milano avrebbe potuto costruire.
    E ho visto come li ha vissuto Anna, nell’isolamento e nel dolore di una vicinanza a Bettino malato e poi alla povera tomba, nel poverissimo cimitero cristiano.
    Andate a vedere.
    E considero Stefania e Bobo miei fratelli.
    So chi sono, come hanno vissuto, come vivono.
    I giudici hanno voluto infierire. Sfregiare. Ancora una volta. Dopo tanto tempo. Dopo tante ingiustizie.
    Craxi ha pagato per la sua testardaggine a voler dire la verità. Per la sua onestà! Si!
    Mentre tutti hanno mentito sul finanziamento illecito della politica, dei partiti, della Prima Repubblica, lui ha detto la verità, in Parlamento e nei tribunali, ed è stato punito a morte e alla memoria dagli squadroni degli ipocriti.
    Nel 1983 il Parlamento vota, all’unanimità, l’amnistia per il finanziamento illecito della politica.
    Nel 1989 vota, ancora all’unanimità, un’altra amnistia.
    Ogni 5 anni. Tutti d’accordo, perché tutti consapevoli. Poi tutti si sono lavati la coscienza attribuendo tutto a Craxi.
    Latitante? No! Protetto da un paese amico dell’Italia, riconoscente all’Italia di Craxi, più di quanto l’Italia abbia dimostrato essere amica di se stessa.
    Quella era la politica, quella era la democrazia dei partiti democratici, dei costosi partiti, che hanno fatto crescere coscienza civile, cultura democratica, benessere diffuso.
    Quelli erano i partiti che ci hanno portato via dalla miseria. Che negli anni ottanta ci hanno fatto arrivare ad essere la quarta potenza economica al mondo. Che ci facevano crescere al doppio della media di crescita europea.
    Era una democrazia con difetti? Si. Andavano corretti? Si.
    Ma poi siamo arrivati alla democrazia come difetto. Di oggi.
    Ai partiti personali. Ai partiti di proprietà di comici ed impresine. Ai partiti inesistenti, alla democrazia inesistente. Alla decrescita “felice”. Alle correnti della magistratura, alle loggie Ungheria che “aggiustano” sentenze, che promuovono carriere, nel silenzio dei giornali complici. Poteri non democratici.
    Però, ogni tanto, si ricordano che devono rinfrescare la memoria dell’origine del loro potere: la demonizzazione di Craxi, la dannazione di Craxi.
    Un paese ipocrita e ingiusto che ha perdonato i figli( naturali e politici) di Mussolini, i figli di Stalin e Togliatti, che accarezza i figli di Berlinguer, anche dopo che si sono scoperti i finanziamenti illeciti dei sovietici al PCI, e le tangenti anche al PCI, che perdona anche i più recenti diamanti della Nigeria e i finti rimborsi degli stipendi della “nuova politica onesta”, ma che, però, continua ad accanirsi con i figli( naturali e politici) di Craxi.
    Ingiustizia senza fine.
    Sergio Pizzolante