“Quando viene approvato il progetto di costruzione di una stalla a poche centinaia di metri dalle abitazioni (anzi, le abitazioni più vicine sono proprio a meno di 100 metri) i cittadini che abitano in così ristrette vicinanze, hanno il diritto di essere avvertiti?
Hanno il diritto di fare ricorso ufficiale contro simili decisioni?
Come fanno a sapere quale sarà il destino delle proprie vite se simili autorizzazioni vengono date in tempi burocratici da record e probabilmente mancanti delle più elementari forme di analisi e controllo previste dalla legge per progetti di tale impatto ambientale? Screening ambientale, Studio di impatto ambientale, Valutazione di impatto ambientale. Questo è quello che si domandano gli abitanti di Casole e Castellaro che si troveranno ad avere nelle vicinanze delle loro case, una nuova stalla per ospitare capi di bestiame di più di 500 mq. di superficie.
È stata fatta una valutazione sull’impatto paesaggistico? Sembra proprio di no.
L’ubicazione di questa nuova struttura si trova proprio in faccia al monte, perfettamente visibile da ogni punto di Città e invasiva rispetto al panorama che si gode dal centro storico verso il Montefeltro. Sono stati rispettati i parametri per cui, secondo la legge di Prg, al punto che riguarda le nuove costruzioni zootecniche in zona agricola, il soggetto proponente deve dimostrare di coltivare in loco il 50% del foraggio necessario per l’allevamento dei capi di bestiame?
Sembra proprio di no, (precisiamo che questo articolo di legge è ancora in vigore). È stato urbanisticamente accertato che una attività di tale tipo, inserita all’interno di un contesto urbano residenziale, non sia fastidiosa (se non pericolosa) in quanto a emissioni di miasmi (puzza e odori non graditi) e di insetti (mosche, tafani, ecc.) che non sono proprio il massimo della vita per chi pensava di starsene tranquillo in casa propria magari a coltivare il proprio orto in santa pace e respirando aria pura? Sembra proprio di no.
È stato accertato che ora e mai per sempre ci saranno percolazioni di liquami organici sul suolo con drammatiche conseguenze inquinanti sui terreni e sui torrenti a valle della zona? Tutte queste domande che si pongono gli abitanti di Casole e Castellaro, soprattutto Castellaro in quanto le abitazioni distano dalla erigenda stalla meno di 100 mt., partono dal presupposto che quando si inseriscono attività difficilmente compatibili con la residenza umana, sarebbe il caso che le autorità preposte facessero tutti i controlli e le previsioni possibili per non creare tensioni sociali che potrebbero sfociare in atti incontrollati generati dall’esasperazione tra vicinanze scomode.
Passate esperienze hanno creato forti tensioni, ve la ricordate la storia di Fondo Rio? È identica a questa, solo che ora saremmo ancora in tempo a evitare il disastro. Le case c’erano e ci sono già, la stalla arriva dopo e potrebbe violare i sacrosanti diritti dei cittadini residenti a veder rispettati non solo i loro parametri di vita preesistenti, ma anche che siano mantenuti i valori delle loro case e delle aree circostanti che sicuramente andranno a deprezzarsi; prima che sia troppo tardi, non sarebbe meglio fermare le bocce e fare un confronto con la cittadinanza locale?
Ce lo auguriamo, abbiamo bisogno di un segno positivo; i cittadini non sempre sono disposti e disponibili a subire troppo senza reagire; siamo pronti a fare causa contro lo Stato per abuso di potere e mala gestione del sistema concessorio in privilegio di qualcuno contro i diritti sacrosanti di altri cittadini”.
alcuni abitanti di casole e castellaro