Una voglia matta di secessione dalla Marche. Il caso di Montecopiolo e Sassofeltrio

sassofeltrio2La secessione torna ad essere d’attualità. Dopo 9 anni dal voto referendario sul passaggio in Emilia Romagna, i comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio aspettano una risposta dal parlamento e dalla Regione Marche.
Vorrebbero chiudere quell’iter che, invece, i sette Comuni dell’Alta Valmarecchia hanno ottenuto con la legge del 2009 dopo il voto del 2006, grazie alla regia della Lega Nord Romagna. Ma negli ultimi sette anni tutto è rimasto sospeso. In parlamento e soprattutto nella sede della Regione Marche. «E’ passato tanto tempo – sottolinea il governatore delle Marche, il pesarese Luca Ceriscioli –, è necessario ripetere il referendum, perché l’iter non è stato perfezionato».
Una dichiarazione che segue l’agitazione del Montefeltro per alcuni presunti movimenti parlamentari. L’allarme è stato lanciato dal sindaco di Frontino Andrea Spagna e ripreso dall’onorevole Alessia Morani (Pd): «E’ necessario mantenere l’unità del Montefeltro», proponendo una nuova chiamata alle urne. I sindaci dei due Comuni Alfonso Lattanzi (Montecopiolo) e Bruno Ciucci (Sassofeltrio) gridano alla democrazia negata: «I nostri cittadini si sono espressi e ha vinto il sì, ora vogliamo una risposta». Inoltre Alfonso Lattanzi ha ricordato alla parlamentare che «non è fattibile un nuovo voto perché stando alla risposta del ministero sarebbe impossibile un nuovo referendum se il primo non è concluso». Alla Camera potrebbe arrivare a breve una proposta di legge presentata a inizio legislatura da alcuni parlamentari romagnoli, ora in discussione in prima commissione. La riposta è la richiesta di un nuovo referendum da parte marchigiana, motivata dal fatto che i cittadini dei due Comuni possano aver cambiato idea in questi 9 anni, anche dal confronto con gli abitanti della vicina Valmarecchia che in Romagna ci è andata nel 2006. Il Comitato per Montecopiolo in Emilia Romagna risponde ai politici dubbiosi, ricordando che l’affluenza al voto fu alta (Montecopiolo 57,92% e Sassofeltrio 50,67%) e che il prolungarsi dell’attesa è da imputarsi esclusivamente alla Regione Marche.

I primi cittadini del Montefeltro sottolineano che non tutti i residenti della Valmarecchia sono poi così soddisfatti della scelta fatta. Ma da Montecopiolo, diventato Comune di confine, il sindaco Lattanzi replica e attacca: «Si tratta di una minoranza dei 18mila ex marchigiani, che fanno più rumore». C’è chi propone un referendum per trasferire in Romagna l’intero Montefeltro, e a temere questo effetto domino sono i sindaci di Carpegna e Macerata Feltria. Per il primo cittadino di Mercatino Conca (che nove anni fa votò per il no alla secessione) è necessaria una risposta concertata: «Ma non si può paragonare – dice Omar Lavanna – il caso agli altri 7 Comuni, perché si trattava di un’intera vallata. Qui invece si spezza un territorio in più parti». Quello che non vuole Andrea Spagna, sindaco di Frontino, cha ha sollevato per primo il caso nei giorni scorsi. Il Resto del Carlino