UNAS: “equità è pari aliquota a parità di reddito!”

“La proposta di prorogare di altri due anni i termini per la tassazione separata dei redditi prodotti dai titolari di imprese individuali, è una deliberata infrazione della promessa di equità che già era stata spostata dal 2014 al 2018, per dare tempo di attivare i meccanismi di accertamento dei ricavi.”

L’UNAS – Unione Artigiani, torna a ribadire la sua contrarietà su alcuni importanti contenuti della riforma fiscale che verrà emanata attraverso la legge di assestamento.

A preoccupare l’associazione degli artigiani è la prospettata scelta politica di non accogliere meccanisti per alleggerire di obblighi (e costi) amministrativi le piccole imprese e disconoscere le particolarità del reddito d’impresa delle persone fisiche (artigiani e commercianti) continuando a renderlo equiparato a quello delle grandi società di capitale.

L’esecutivo attuale, così come il precedente, non considera che un artigiano, titolare di una piccola attività, non produce un reddito di impresa in senso stretto, ma principalmente il proprio reddito in quanto persona che lavora”.

Perché sui redditi da lavoro dipendente esistono ampie zone franche di no tax area, mentre sul reddito del titolare di impresa individuale, già dal primo euro si deve pagare il 17%, più i contributi?

Se per i primi 4 anni dall’entrata in vigore della legge tributaria il meccanismo era stato tollerato, perché contemporaneo al passaggio da contabilità forfettaria a contabilità semplificata e contemporaneo all’introduzione dei meccanismi di certificazione dei ricavi, oggi non è più tollerabile!

Equità fiscale è pagare le stesse imposte a parità di reddito! Non esiste che a seconda delle tipologie di reddito esistano pressioni fiscali diverse!!!

Prima ancora di cercare nuova base economica bisogna difendere, tutelare e rispettare l’imprenditoria interna: non dimentichiamolo e non diamo sempre tutto per scontato!