Under 21, Nicolato punta il Montenegro: “Ci serve un’identità”

(ANSA) – ROMA, 21 MAR – “Abbiamo creato un buon gruppetto,
c’è bisogno di ridare un’identità alla squadra: sono molto
curioso dei nuovi arrivati, visto che ne abbiamo inserito
qualcuno. Abbiamo bisogno di mettere sul piano della discussione
l’utilizzo dei giovani. Il calcio italiano rischia di subire
questa situazione, abbiamo bisogno di ragazzi per la Nazionale
A”. Così, in conferenza stampa, Paolo Nicolato, selezionatore
dell’Under 21 azzurra che si appresta ad affrontare il doppio
impegno per le qualificazioni europee.
    Il primo appuntamento è fissato per venerdì sul terreno del
Gradski Stadion di Podgorica (ore 18,30), contro il Montenegro;
gli azzurrini torneranno in campo martedì 29 allo stadio Nereo
Rocco di Trieste contro la Bosnia. Nicolato ha convocato 27
calciatori. “Se continuiamo così, dovremo pescare dalla Serie C
o trovare oriundi – aggiunge -. In attacco praticamente non
gioca più nessuno. L’Europa ci sta insegnando molte cose,
dobbiamo avere umiltà e occhi. Se terrò conto del minutaggio?
Dove si può, sì. In alcuni reparti non gioca nessuno, come in
attacco. Sono preoccupato, spero non ci siano incidenti”.
    Nicolò Cambiaghi del Pordenone, in gol nelle ultime due
partite, per Nicolato “ha mostrato continuità, sta bene
fisicamente ed è alla pari degli altri. Poco importa se gioca in
Serie B e in una squadra in difficoltà. Le porte della Nazionale
sono girevoli, è entrato e può giocarsi le proprie chance. Ha
caratteristiche da ala, sono contento di averlo a disposizione.
    Bove? E’ più mezzala che mediano. Ci aspettano due partite
difficili e due ulteriori prove. Affrontiamo squadre che
sfruttano la grande intensità grazie a elementi che giocano
molto nei rispettivi campionati. Sono squadre simili per sistemi
di gioco. Il Montenegro è aggressivo in casa, dovremo fare
attenzione”.
    Nicolato sembra orientato a confermare il 4-3-3 visto. “Mi
piacerebbe percorrere con determinazione la strada già
intrapresa – conclude -: siamo cresciuti molto. L’idea è quella
di non cambiare, potrebbe essere controproducente”. (ANSA).
   


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