E venne il giorno in cui Pietro Grasso sconfessa il Pd e dà ragione ai Cinque Stelle. Lo ha fatto ieri mattina non ammettendo, sul testo delle Unioni Civili, il cosiddetto super canguro, cioè l’emendamento presentato dal Dem Marcucci che avrebbe «tagliato» tutti gli altri.
Una decisione che ha fatto infuriare non poco il Pd e lo stesso Matteo Renzi. Arrabbiatissimo il capogruppo dei Democratici in Senato Luigi Zanda: «Se avessimo conosciuto prima questa decisione la discussione sarebbe stata diversa» ha contestato al presidente Grasso. Il quale però ha replicato spiegando che ieri era il primo momento utile per annunciare la decisione assunta sugli emendamenti e, in particolare, ai canguri. Nessuna decisione, insomma, poteva essere presa prima che la Lega ufficializzasse il ritiro della maggior parte dei propri emendamenti. Dopodiché, era necessario un tempo tecnico per studiare il fascicolo e solo allora pronunciarsi con cognizione di causa.
A quel punto, ha spiegato ancora Grasso, si è potuto constatare che sul tavolo restavano pochi emendamenti – circa 500 – tali da non giustificare un «super canguro» per evitare l’ostruzionismo e il caos parlamentare.
Ma la scelta del governo di presentare oggi in aula un nuovo testo senza il contestatissimo articolo sulla stepchild adoption non è piaciuta alla sinistra del Pd. Prima leggiamo il ddl, hanno spiegato i deputati della minoranza, poi decideranno sulla fiducia che verrà messa a palazzo Madama. Di diverso parere Miguel Gotor, anche lui della sinistra del Pd, che ha spiegato che voterà il testo ma ha attaccato Renzi per aver accettato il diktat di Angelino Alfano: «C’era lo spazio per un dibattito parlamentare e una legge migliore, spazio che, secondo noi sbagliando, si è deciso di non percorrere, mentre viene enfatizzata l’indisponibilità dei 5 Stelle per stralciare le adozioni e consegnarci mani e piedi a Ncd».
Sul campo, però, alla fine resta un’unica sconfitta: la senatrice Monica Cirinnà, autrice del disegno di legge che conteneva anche l’articolo sulla stepchild adoption. Per mesi ha sbraitato, tuonato che quel testo non sarebbe mai stato cambiato. Oggi, che la stepchild non c’è più, si accontenta di dare la colpa ai grillini, dandogli dei traditori degli accordi presi. La scorsa settimana ha fatto addirittura un tweet spiegando che se «la legge diventerà una schifezza sono pronta a togliere firma e a lasciare la politica». Lo farà?