Nel giorno che vede il Senato porre l’ultimo sigillo sulla terza lettura delle riforme costituzionali, i due alleati di governo Pd e Ncd scoprono di avere qualche buon motivo per litigare fin da domani. O, più precisamene, da giovedì. Il motivo si chiama Unioni Civili, e se Renzi ieri aveva cercato di prevenire ogni forma di tensione con un accorato invito a evitare gli steccati ideologici, oggi ci si accorge che le divisioni culturali ci sono, e sono ben nette.
E così mentre l’ufficio di presidenza del gruppo democratico di Palazzo Madama dà un consenso unanime all’incardinamento del nuovo testo del ddl entro giovedì, a stretto giro arriva anche il secco no di Renato Schifani, per Ap: “Siamo contrari alla calendarizzazione immediata. Ncd voterà contro questa proposta, perchè vi sono differenze non solo nel merito” ma “anche i margini per lavorare e trovare un’intesa”. Sul tema delle adozioni “noi non intendiamo arretrare“, ha ribadito Schifani, spiegando che ogni forza politica farà le sue valutazioni.
Schermaglie procedurali, all’apparenza. Ma anche il segno che il fronte coppie di fatto, unioni civili e nuove forme familiari non è per nulla un tranquillo.
Sulla questione Matteo Renzi è tornato anche questa mattina in un’intervista a Rtl 102.5. “Le unioni civili sono un argomento che divide profondamente – ha detto il premier – tant’è che siamo l’unico Paese in Europa senza una legge. La posizione del Pd è iniziare a discutere di questa legge in Aula, dandoci tempi per arrivare alla conclusione in Senato”. “Spero che l’incardinamento avverrà già nelle prossime ore”. Ieri sera il vertice di maggioranza con Angelino Alfano a Palazzo Chigi.
“Che la legge si debba fare e non si possa rimandare lo pensano tutti, sulla stepchild adoption, cioè la possibilità di adottare il figlio del partner, non puoi dire o così o pomì. Non ci sarà una posizione del governo su una questione che riguarda la libertà di coscienza. Sul 95% della legge c’è accordo” ha detto il premier. “Spero che si possa discutere delle unioni civili senza toni di furore ideologico ma cercando di trovare un punto di sintesi. L’importante è che la legge si faccia. Credo che, nonostante le differenze, ci sia spazio per trovare un punto di intesa”.
Il premier ha parlato anche di temi economici. Ha confermato gli 80 euro anche per il 2016 ed è ritornato sulle pensioni: “L’intervento sulla flessibilità delle pensioni sono pronto a chiuderlo nel giro di pochi mesi ma non in modo raffazzonato”, ha spiegato. “Sono molto preoccupato di non fare pasticci come in passato: faremo partire con l’Inps un grande lavoro di coinvolgimento degli interessati”. Inoltre ha annunciato che il governo proporrà al Parlamento con la legge di stabilità di “riportare i livelli del contante alla media europea, al livello francese, portandolo da 1000 a 3000 euro”. È un modo “per aiutare i consumi” e dire “basta al terrore”, sapendo che quei soldi “sono comunque tracciati”.
Quanto alle dimissioni del sindaco di Roma Ignazio Marino, Renzi ha affermato: “Nella Capitale si andrà al voto in primavera.