C’è una notizia che vale più di mille comizi, ma che rischia di perdersi nel chiacchiericcio da bar o nelle repliche stizzite sui social. Venerdì scorso l’agenzia Fitch ha promosso San Marino. La sigla è tecnica: BBB-. La traduzione è sostanziale: i bond biancazzurri sono tornati “Investment Grade”. Per chi non vive a pane e finanza, ve lo spiego in sammarinese schietto: siete usciti dal girone dei “titoli spazzatura” (in gergo Junk Bonds).
Ora, capiamoci bene. Perché questa differenza tra una “B” in più o in meno è vitale per le tasche di tutti voi, dalla casalinga di Borgo al pensionato di Chiesanuova? Non è una questione di vanità. È una questione di “chi può comprare, investire nel vostro debito”. Quando hai il marchio “Spazzatura” (il BB+ che appioppato fino a ieri), la stragrande maggioranza dei grandi investitori mondiali – parlo di Fondi Pensione, Assicurazioni giganti, Banche d’affari serie – non può comprare i tuoi titoli. Non è che non vogliono: proprio non possono. I loro statuti glielo vietano. Hanno regole rigide che dicono: “Niente soldi a chi è a rischio”. Quindi, finché sei “Spazzatura”, i soldi te li prestano solo gli speculatori, quelli che – semplifico, esagero per essere facilmente compreso – rischiano grosso, ma in cambio ti chiedono interessi da strozzini.
Col passaggio a BBB-, invece, si aprono i cancelli del paradiso. Improvvisamente, una marea di investitori istituzionali “tranquilli” e solidi può mettere i titoli di San Marino in portafoglio. E qui vale la legge della domanda e dell’offerta, che capisce pure un bambino: se c’è molta più gente disposta a prestarti i soldi, tu puoi permetterti di offrire interessi più bassi. Risultato? Lo Stato (cioè voi tutti, anche tu che stati leggendo) risparmia milioni di euro l’anno sugli interessi. Milioni che restano in cassa per la sanità, per le strade, per i servizi rivolti direttamente ai cittadini, invece di finire nelle tasche di qualche fondo speculativo a Londra o New York.
Non è un caso, infatti, che proprio in queste ore il Governo stia parlando del nuovo “rollover” (il rifinanziamento) del debito estero. Andare sul mercato oggi, con la medaglietta BBB- sul petto, significa spuntare condizioni che fino a un mese fa non ci si poteva neppure sognare. È ossigeno puro per il Bilancio pubblico.
Eppure, di fronte a questo miracolo contabile, c’è chi riesce a fare lo schizzinoso. Leggo sui social le lezioncine di un ex Segretario di Stato dell’era Adesso.sm (quella sciagurata parentesi di governo targata Repubblica Futura & Co.) che, con una faccia tosta da record mondiale, scrive: “Ma che esultate? Nel 2019, quando ce ne siamo andati, eravamo già BBB-. Siete solo tornati al punto di partenza”.
Questa – a mio parere – non è politica, è cabaret. Cari smemorati, dire che Adesso.sm ha lasciato il Paese in “Investment Grade” è come dire che il comandante Schettino ha lasciato la nave “tecnicamente a galla” mentre scivolava, quatto quatto, sulla scialuppa di salvataggio. Quel rating del 2019 era una foto vecchia. La realtà che hanno trovato i successori di AdessoSm erano casse vuote (se ben ricordo, non c’erano i soldi per gli stipendi…), un sistema bancario al collasso e un debito occulto spaventoso. Gli 829 milioni di euro – conteggiati a spanna (leggi qui) – bruciati dalle azioni della “Cricca” sotto gli occhi del governo RF, SSD e C10 (Cis, Carisp, Asset Bank, titoli strani) sono la zavorra che ha trascinato nel fango della “Spazzatura” subito dopo. Il Governo attuale non ha creato il debito: lo ha tirato fuori da sotto il tappeto dove era stato “nascosto”, lo ha riconosciuto e ora lo sta gestendo.
Il declassamento delle agenzie di rating subito dal Titano negli anni scorsi era – a quanto deduco – l’effetto ritardato delle bombe a orologeria lasciate in eredità dalla gestione precedente. La risalita di oggi è il frutto di chi quelle bombe le ha disinnescate, pagando conti salatissimi.
Vi sto dicendo che questo governo è ottimo? No, vi sto spiegando un fatto che – a mio parere, ma non solo mio – avrà un impatto importante e positivo sulla vita di tutti i sammarinesi.
Quindi, per favore, un po’ di pudore. L’upgrade di Fitch non è un regalo, è un certificato di avvenuta guarigione. Chi oggi tenta di sminuire questo risultato dicendo “eravamo già lì”, sta sminuendo il portafoglio dei sammarinesi. Perché ogni punto di interesse risparmiato grazie a questa promozione è una tassa in meno che si dovrà pagare domani.
Godetevi la Tripla B meno. E lasciate le chiacchiere a chi, quando aveva il timone, vi stava portando dritti sugli scogli, spiegandovi che sareste arrivati ai Caraibi.
Enrico Lazzari
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