UPR, non solo macchina vecchia! ….di Domenico Carlini

È ovvio che per la rimessa in circolazione di una “vecchia macchina” oggi reimmatricolata UPR, ennesimo tentativo di rigenerazione politica per darsi nuova vita, sia necessario palesarsi verso l’opinione pubblica con comunicati politici in netta contraddizione con quanto sino ad ieri sostenuto da alcuni suoi “conducenti”, anche e soprattutto grazie al silenzio assenso. È altresì fin troppo chiaro che adesso la bagarre, in assenza di reali proposte da parte delle opposizioni, si sposta sui risicati numeri che l’attuale maggioranza vanta, e per mandare il Governo “sotto” si giocano il tutto per tutto, mettendo sull’ara sacrificale la pelle altrui. E già, perché l’ennesimo tentativo per mandare a casa il Coordinatore delle Forze di Polizia Dott. Riccio avrebbe significato, per la recente riorganizzazione del Corpo di Polizia voluta dal Governo con l’inserimento di questa figura, un ritorno al passato, con tutte le inevitabili ripercussioni che sarebbero nuovamente ricadute sui dipendenti del Corpo di Polizia Civile. Un recente passato che, come tutte le forze politiche ben sanno, con la gestione della Dott.ssa Albina Vicini è risultato imperante e fallimentare e questo, a differenza delle illazioni portate in aula nel recente Consiglio quale teorema per la rescissione del contratto del Coordinatore è un inconfutabile dato di fatto. Intanto perché già dall’agosto scorso, 1° fase della riorganizzazione ad oggi, 2° fase, si stanno vedendo i frutti del lavoro svolto dal Coordinatore presso il Comando della Polizia Civile, viste anche le recenti operazioni di Polizia. E poi perché non si possono dimenticare le varie sentenze giudiziarie che si sono pronunciate nei confronti dell’attuale Dirigente della Polizia Civile, Dott.ssa Albina Vicini. Queste spaziano dal il “falso innocuo” (caso patente), “all’accantonamento di denaro pubblico” (finito col mancato seguito alla Delibera n. 41 del 07.04.04), al “mobbing” (che non è risultato per nulla fuori dalla realtà -denuncia di dipendenti-), al fatto che la stessa risiede fuori territorio e questo in pieno contrasto con le nostre Leggi. Per non parlare poi delle numerose segnalazioni riferite negli anni dagli stessi dipendenti alle varie Istituzioni. Tra queste spicca la famosa lettera di protesta con 80 firme, o dell’incontenibile migrazione verso altri uffici che ne è derivato da parte degli stessi, per citare alcuni esempi. Vero è che proprio a causa di alcuni di questi comportamenti tenuti dalla Dott.ssa Albina Vicini, alcuni dipendenti in talune circostanze sono stati mortificati su strada dagli utenti con frasi tipo: “come potete farci le multe quando avete in casa un Comandante che ha dichiarato il falso?”. Anche per questo le parole esternate dagli UPR, tramite il loro recente comunicato stampa, difficilmente potranno essere apprezzate dai dipendenti del Corpo medesimo e queste si scontrano violentemente con la realtà. Infatti si legge: “Ci si attenderebbe in chi ricopre ruoli istituzionali rilevanti al servizio della Repubblica un moto di orgoglio e di rispetto […] il buon senso suggerisce di non governare alcuni settori […]”. Ma chissà mai perché, il “buon senso” evocato dagli UPR deve avere un altro significato e valore se raffrontato a quanto sino ad ora elencato. Questo sinceramente grida vendetta per non dire vergogna! E già, oggi questi buontemponi vogliono farci credere che possa pesare di più il “buon senso” delle illazioni perpetrate nei confronti del Coordinatore delle Forze di Polizia Dott. Riccio, magari suggerite da chi ha paura di non poter più continuare a coltivare il proprio orticello, piuttosto che il peso del “buon senso” dei fatti compiuti dal Comandante del Corpo di Polizia Civile che invece, guarda caso, sono nero su bianco. Io credo, come cittadino di questo Stato, che l’attuale Comandante Dott.ssa Albina Vicini sia attualmente, l’unico soggetto incompatibile con il ruolo che copre e questo proprio per il decoro ed il buon nome, non solo del Corpo di Polizia Civile, ma per la Repubblica intera che in questo momento storico deve sempre più velocemente riacquistare credibilità verso la cittadinanza, ma ancor prima verso l’Italia. L’attuale Governo, volenti o nolenti, è stato l’unico che si è assunto l’onere di porre un rimedio alla situazione che aveva tolto ogni speranza e ogni desiderio di soddisfazione nell’indossare quella divisa. Per tutti questi motivi sono più che convinto che la vostra vecchia macchina non passerà la “revisione” dei dipendenti del Corpo di Polizia Civile e delle loro famiglie.

Domenico Carlini