Il corteggiamento di Alleanza popolare costa ad Upr due consiglieri e un terzo del proprio diretttvo. Gli ormai “ex” capogruppo e consigliere dell’Unione per la Repubblica, William Giardi e Remo Giancecchi ufficializzano l’uscita dal gruppo consiliare. Dopo aver consegnato una lettera ai Capitani Reggenti, in cui comunicano di «considerare conclusa l’esperienza politica del movimento Unione per la Repubblica» e di essere da oggi in poi consiglieri indipendenti, Giardi e Giancecchi, insieme ad altri tre ex del direttivo di Upr, motivano il loro gesto. «Da qualche mese Upr sta portando avanti un progetto di aggregazione e creazione di un nuovo soggetto politico con Ap», spiega Giancecchi. «Noi non siamo contrari all’aggregazione con questo partito –prosegue – ma crediamo che un progetto di semplificazione del quadro politico attraverso l’unificazione delle forze di centro non possa escludere il dialogo con iI Pdcs». E per essere ancora più chiari: «Noi non andremo mai con i movimenti, nè con la parte più estrema della sinistra – puntualizza – il nostro collocamento è nel centro moderato e guardiamo ad Ap, Ns e Dc). Per questi motivi, «preferiamo fare un passo indietro e iniziare a dialogare con Ia Dc e anche con altre forze di centro». Giardi ribadisce. «Questa aggregazione non deve essere limitata ad una sola forza politica, Ap – sottolinea – ma estesa alle forze dentro e fuori iI Consiglio grande e generale che condividono il progetto». Nonostante le sollecitazione in questo senso, la trattativa, continua, è stata portata avanti solo a due. Non solo: «La gestione del partito – denuncia – continua ad essere influenzata da persone che non hanno un ruolo dirigente e sono esterne al movimento». Ma le loro istanze sono «portate avanti da alcune teste di legno interne – prosegue – condizionate da vecchi rancori con la Dc che non sono i nostri e che non siamo più disposti a parlare avanti». Giardi ammette poi che a rafforzare la sua decisione è anche stato il recente strappo personale con il presidente Marco Podeschi. «Per me i valori e la civiltà ha senso non sono disposto a farmi maltrattare da nessuno». È una ferita ancora aperta: «Sono stato vittima di parolacce, minacce, sono stato isolato per 4 giorni senza ricevere alcuna telefonata, nell’attesa che il presidente Upr ritirasse le sue dimissioni, e quando ho chiesto spiegazioni al coordinatore mi è stato risposto che doveva salvare Podeschi». Giancecchi torna sulla motivazione politica, insieme a Giuseppe Ragini, Francesco Chiari e Noemi Beccari: «Da tempo abbiamo chiesto chiarimenti sulla nuova aggregazione se sarebbe nata in alternativa alla Dc, ma non abbiamo avuto risposta».
Fonte: Corriere Romagna
