• Screenshot
  • Urne vuote piazze piene. … di Sergio Pizzolante

    Urne vuote piazze piene.
    E’ la frase rovesciata di quel che disse il buon Pietro Nenni. Il quale riempiva le piazze, negli anni 60 e 70, per il suo eloquio da grande tribuno e poi però il suo Psi non si schiodava dal 10 per cento circa. Mentre Dc e PCI prendevano, sommati, il 70 per cento e oltre.
    Piazze piene urne vuote era la frase originaria.
    Ma era un altro mondo quello.
    Le urne erano piene per i partiti( andavano a votare l’80, il 90 per cento delle persone) e le piazze della politica erano stracolme di “gente appassionata” direbbe Gaber.
    C’erano anche piazze violente e cantine piene di armi e università e licei occupati e slogan cattivi e cattivi maestri e ammazzamenti per strada. Si. Ma le piazze piene di passione democratica, le urne piene, la vitalità dei partiti e dei sindacati erano più forti.
    Molto più forti.
    Oggi abbiamo le urne vuote, in Emilia Romagna la maggioranza delle persone è rimasta a casa.
    Nella Regione che ha sempre avuto urne pienissime.
    E abbiamo università occupate, piazze violente, slogan terribili, da quelli che vogliono spazzare via gli ebrei a quelli che considerano il Governo fascista e complice di genocidio.
    E, nello stesso tempo, partiti deboli, sindacati debolissimi.
    E nuovi cattivi maestri che vanno nelle università occupate da ragazzi dalle idee deboli e dai propositi incendiari a evocare il “conflitto” e la “rivolta sociale”.
    Nelle assemblee universitarie, nelle piazze e( e questo è un dramma nel dramma) nelle assemblee di corrente della magistratura, dove Landini chiama alla lotta comune i magistrati.
    Pazzesco.
    Qual è la tesi? Ci sarebbe un Governo fascista.
    All’ingresso dell’assemblea della Sapienza, l’altro giorno, c’era questo striscione: se voi fate il Fascismo noi facciamo la Resistenza.
    E Fratoianni, che in casa ha due stipendi da parlamentare, va a dire che si,
    è arrivato il momento del “conflitto”, alla “lotta di classe”.
    Sono pazzi, per me.
    Perché guardate, se c’è il fascismo la resistenza la faccio anche io.
    Se c’è il fascismo mi armo anche io. Caspita!
    Faccio la lotta armata anche io.
    Ma qui c’è solo una lotta violenta, assalti alla polizia, anche con gas e bombe carta.
    Armata quindi.
    Contro un fascismo che non c’è.
    Il fascismo e’ stato una cosa drammaticamente seria.
    Qui di serio non c’è nulla.
    Proprio nulla. Il Governo non riesce nemmeno a portare 10 emigranti in Albania e dice alla polizia di difendersi solo senza attaccare. E dice di voler cambiare la giustizia senza riuscirci sino a quando la “giustizia” che Landini chiama alla lotta cambierà il Governo. Come è successo spesso.
    La gente non va a votare perché sa che i poteri sono altrove.
    Perché vede che la politica è debole, le istituzioni locali e nazionali elette sono debolissime.
    La “rivolta”, la “resistenza”, dovrebbe essere verso i poteri veri. E invece è contro poteri deboli.
    Il problema, quello principale, per me, insieme ai tanti, è l’inutilita’ del voto.
    La dico così. Lo so che è grossa.
    Non avrei partecipato al voto neanche io questa volta se non fosse stato per la fiducia e la stima verso alcune persone.
    Cioè, noi votiamo, poteri che non hanno potere.
    E’ così, se per fare una strada o una casa ci metti anni, decenni a volte, perché chi hai eletto ha paura di chi non è eletto. Chiaro? Solo per fare un esempio.
    Il sistema è diventato questo.
    E poi, poi, io voglio votare chi mi piace, se mi piace, non una coalizione dove dentro c’è chi non mi piace. Per nulla.
    Se devo essere forzato a votare il Centro Destta con Salvini non lo voto.
    Se devo essere forzato a votare il Centro sinistra con Conte e Fratoianni non lo voto. Chiaro?
    Se devo votare partiti personali non li voto. L’ho fatto anche io , ma devono essere situazioni di emergenza e non strutturali.
    Se devo votare in un clima d’odio, di insulti, di “antifascismo” e “anticomunismo”, non voto.
    Un vecchio signore della politica qualche giorno fa mi ha detto che una battaglia da fare sarebbe quella per una legge elettorale proporzionale.
    Forse ha ragione. Forse ne vale la pena.
    Sarebbe davvero un atto di ribellione.
    Sergio Pizzolante