
Un giudice federale del Texas ha deciso di sospendere l’approvazione da parte della Fda della pillola abortiva, vietandola virtualmente in tutto il Paese. L’entrata in vigore della sua decisione è rinviata di sette giorni per consentire al governo federale di presentare appello. L’aborto farmacologico, che costituisce ora la maggioranza delle interruzioni di gravidanza negli Stati Uniti, è diventato il nuovo bersaglio dei movimenti pro-vita dopo il ribaltamento della storica sentenza Roe v. Wade. Nella causa, promossa da una coalizione di medici e gruppi antiabortisti, si sostiene che la Food and Drug Administration – l’agenzia preposta al controllo dei farmaci e degli alimenti – non ha esaminato adeguatamente le prove scientifiche o seguito protocolli adeguati quando 23 anni fa ha approvato il mifepristone, ignorando da allora i rischi per la sicurezza del farmaco.
Un giudice federale dello stato di Washington, Thomas O. Rice, ha deciso in via preliminare che il mifepristone, usato come pillola abortiva, deve restare disponibile sul mercato in almeno 12 stati democratici, quelli che hanno promosso una azione legale per il suo mantenimento. La decisione – sospesa sette giorni per eventuali appelli – è opposta a quella presa poco prima da un altro giudice federale del Texas, Matthew Kacsmaryk, nominato da Donald Trump e noto per le posizioni antiaborto e anti-Lgbt. Lo stallo legale potrebbe finire alla Corte suprema.
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