L’annuncio del direttore dell’agenzia, James Comey, ai membri del Congresso. “Verifica su divulgazione di informazioni top secret”. La corrispondenza individuata sui dispositivi sequestrati a una collaboratrice della candidata democratica e al suo ex marito, ex parlamentare coinvolto in ripetuti scandali sessuali.Wall Street chiude in rosso. Trump esulta. La candidata democratica: “Il Federal Bureau spieghi, il popolo americano merita i fatti al completo. Sono certa che le conclusioni saranno le stesse di luglio, nessuna rilevanza penale”. Altra tegola sulla famiglia della candidata democratica: accuse di aver ristrutturato la nuova casa senza i regolari permessi.
WASHINGTON – La notizia scuote alle fondamenta ogni certezza sulla corsa alla Casa Bianca. E anche Wall Street trema. L’Fbi ha riaperto le indagini sull’uso di un account privato di posta elettronica da parte di Hillary Clinton quando era Segretario di Stato, sulla base di nuove e-mail venute allo scoperto. Lo rende noto il direttore dell’agenzia, James Comey, in una lettera ai membri del Congresso. “L’Fbi – si legge – potrebbe intraprendere gli appropriati passi investigativi” per esaminare le “mail potenzialmente rilevanti”, in particolare se contengano “informazioni classificate”. Nella lettera Comey osserva doverosamente come l’Fbi non possa ancora dire che la corrispondenza di Hillary Clinton sia “significativa” né quanto tempo impiegherà per analizzarla. Cautele che non arginano il pensiero che adesso attraversa la mente degli americani: se l’Fbi irrompe così pesantemente nelle presidenziali, deve avere scovato qualcosa di veramente grave.
Il direttore dell’Fbi James Comey ha spiegato con una lettera ai dipendenti del bureau le ragioni della comunicazione al Congresso con cui ha reso noto la riapertura di fatto dell’inchiesta relativa alle mail di Hillary Clinton affermando di aver “sentito un obbligo” ad agire in questo senso. “Naturalmente di solito non parliamo al Congresso delle indagini in corso, ma in questo caso sento un obbligo a farlo considerato che negli ultimi mesi ho ripetutamente testimoniato che la nostra inchiesta era conclusa. Credo inoltre che sarebbe fuorviante per il popolo americano non fornirne nota”, si legge nella lettera ottenuta da diversi media americani. Comey ha inoltre sottolineato la consapevolezza che vi sia il rischio di generare fraintendimenti, data la necessità di bilanciare le informazioni in una comunicazione breve e considerata la tempistica “nel mezzo di una stagione elettorale”.
L’ANALISI DI RAMPINI: FBI, INCHIESTA INQUIETANTE
“L’Fbi è venuta a conoscenza”delle nuove mail “gestendo un caso non collegato” spiega ancora Comey nella missiva al Congresso che non chiarisce da dove provengano le mail di Hillary Clinton che hanno indotto l’Fbi a riaprire l’indagine, né chi le abbia inviate o ricevute. Secondo il New York Times, che cita fonti investigative, le nuove mail sono state scoperte sui dispositivi elettronici che l’Fbi ha sequestrato a una collaboratrice di Hillary Clinton, Huma Abedin, e a suo marito, l’ex membro del Congresso Anthony Weiner, dal 2011 coinvolto ripetutamente in scandali a sfondo sessual-telematico.
Il più recente esplode lo scorso settembre, quando una ragazza di 15 anni del North Carolina rivela la relazione con il politico in un’intervista al Daily Mail.Weiner finisce con l’essere indagato dall’Fbi e dalla polizia di New York per aver scambiato con la minorenne un messaggio di contenuto esplicitamente sessuale. Sempre a settembre il procuratore federale di New York, Preet Bharara, emette il mandato di sequestro dello smartphone e altri dispositivi elettronici di Weiner. Questo, dunque, il “caso non collegato” a cui Comey fa riferimento. Huma Abedin lo scorso agosto aveva annunciato la sua intenzione separarsi da Weiner.
C’è poi un anonimo esponente dell’amministrazione americana “informato sui fatti” ma “non autorizzato a parlarne pubblicamente” che dichiara all’Ap che le mail che hanno portato l’Fbi a riaprire il caso “non provengono dall’account privato” di Hillary. Secondo questa fonte, la corrispondenza è emersa solo di recente e non in conseguenza dell’indagine federale condotta sulle interferenze degli hacker russi sulla campagna presidenziale.
Alla notizia, al New York Stock Exchange la giornata vira inesorabilmente verso la chiusura in rosso: il Dow Jones perde lo 0,05% a 18.161,33 punti, il Nasdaq lo 0,50% a 5.190,10 punti e l’indice S&P500 lo 0,31% a 2.126,42 punti. Ma è un colpo durissimo soprattutto alle ambizioni presidenziali di Hillary Clinton, a dieci giorni dalle elezioni a cui si stava avvicinando col netto favore dei pronostici.
Stando a quanto riportato da un giornalista della Cnn che viaggia al seguito della candidata democratica, Clinton e il suo staff apprendono della riapertura dell’inchiesta come chiunque altro, quando la notizia è resa pubblica. Atterrata a Cedar Rapids, nell’Iowa, dove fa tappa per un evento elettorale, Clinton rimane per almeno 25 minuti chiusa nell’aereo con il suo entourage. Pare che durante il volo non fosse disponibile il servizio wi-fi. Una volta scesa a terra, Hillary ignora le domande sull’inchiesta dell’Fbi letteralmente urlate dai giornalisti che l’attendono sulla pista, rispondendo con sorrisi e salutando con la mano. Poi al termine del comizio, finalmente risponde: ‘Il popolo americano merita i fatti al completo, immediatamente”. ”E’ imperativo che l’Fbi spieghi. Sono sicura comunque che le nuove mail non muteranno le conclusioni già raggiunte dal Federal Bureau”; lo scorso luglio, infatti l’Fbi aveva archiviato l’inchiesta escludendo responsabilità penali. ‘Ho visto la lettera inviata al congresso dal direttore Comey. Mancano 11 giorni da quella che è forse l’elezione più importante delle nostre vite, il voto è già in corso, per cui il popolo americano merita di avere immediatamente i fatti al completo”, ha detto Hillary Clinton prendendo la parola in conferenza stampa. ”Lo stesso direttore Comey ha detto di non sapere se le mail cui si fa riferimento nella lettera siano rilevanti o meno – ha aggiunto -; io sono certa che qualsiasi esse siano non cambieranno le conclusioni raggiunte a luglio. E’ perciò imperativo che il bureau spieghi la questione e sollevi i quesiti che ritiene, senza ritardi”.
Durante il comizio, Hillary afferma che “tutto può succedere, Trump può ancora vincere”, senza fare riferimento diretto al meteorite Weiner che, dopo aver orbitato per cinque anni nel gossip della politica, rischia di travolgere anche lei fino a farla affondare. E’ stato per primo capo della sua campagna elettorale, John Podesta, a sua volta al centro di un caso di mail violate dagli hacker e diffuse da Wikileaks, a chiedere all’Fbi “di rivelare più informazioni” sulle mail e sulla loro scoperta perché “lo deve al popolo americano”. Deciso a raffreddare il clima attorno a Hillary, Podesta si dice anche fiducioso in una “nuova inchiesta dalle conclusioni non diverse da quella chiusa in luglio” con la non incriminazione dell’ex Segretario di Stato.
Dalla Casa Bianca un portavoce fa sapere che l’amministrazione non è stata “preventivamente avvertita” dall’Fbi di quanto stesse incombendo, sottolineando poi che “l’inchiesta non pregiudica il sostegno di Obama a Hillary”. Il Dipartimento di Stato si dice pronto a offrire “piena collaborazione” all’indagine dei federali. E lo speaker repubblicano della Camera dei Rappresentanti, Paul Ryan, rinnova la richiesta ai vertici dell’intelligence americana di interrompere il flusso di informazioni classificate indirizzato a Hillary Clinton in qualità di candidata alla presidenza degli Usa “finché la vicenda non sia stata chiarita”.