ANCHE l’America è sotto choc. Barack Obama e François Hollande avevano appena parlato al telefono per concordare la linea del G20, quando la nuova strage di Parigi ha rimesso in contatto i due presidenti francese e statunitense. «Daremo tutto l’appoggio possibile che la Francia ci chiederà – ha detto Obama –. Siamo al loro fianco nella lotta al terrorismo. Ancora una volta siamo di fronte a un vergognoso tentativo di terrorizzare civili innocenti. È un attentato a tutta l’umanità e ai nostri valori». Obama, teso in volto, è apparso nella sala stampa della Casa Bianca poche ore dopo aver annunciato che gli Stati Uniti avevano bloccato l’avanzata dell’Isis in Iraq confermando, di fatto, che il Pentagono era convinto di aver eliminato, con i missili lanciati da un drone, il tagliagole dell’Isis Jihadi John.
ANCHE il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon si è detto «vicino al governo e al popolo francese» e ha chiesto l’immediato rilascio degli ostaggi.
La cancelliera tedesca Merkel si è unita a Obama nell’esprimere solidarietà alla Francia: «Sono profondamente scioccata dalle notizie e dalle immagini che arrivano da Parigi», ha detto la cancelliera tedesca.
NEL VERTICE di Istanbul, da Putin a Xi Jinping con tutti gli altri leader mondiali, verrà presa una posizione comune contro i terroristi dell’Isis che hanno ancora una volta devastato Parigi. E in nottata lo stesso presidente russo ha espresso le «profonde condoglianze» a Hollande e al popolo francese dopo «i terribili attacchi» di Parigi.
Le televisioni statunitensi hanno sospeso tutti i programmi per collegarsi direttamente con Parigi, mentre nelle grandi città è scattato nuovamente l’allerta arancione e la guardia è tornata a fare la sua comparsa nelle stazioni dei treni e della metropolitana.
QUESTI «sono atti atroci, vili e malvagi» ha affermato il segretario di Stato Usa John Kerry: «Questi attacchi potranno solo aumentare la nostra comune determinazione» di sconfiggere il terrorismo, ha aggiunto. Kerry si trova a Vienna per partecipare alla conferenza internazionale sulla Siria.
Sorpresa nella comunità internazionale per la chiusura delle frontiere francesi. Ma la stragrande maggioranza degli ambienti diplomatici la considerano una misura temporanea legata allo stato di emergenza nazionale dichiarato dal presidente francese Hollande.
Squadre speciali dell’Fbi e dell’antiterrorismo Usa sono già partite per Parigi per intrecciare i dati di intelligence e stringere il cerchio intorno a eventuali cellule di terroristi in sonno e lupi solitari che potrebbero colpire ancora. E a New York decine di poliziotti sono già schierati in stato d’allerta.