USA. «Stop a tensioni settarie». L’imbarazzo di Obama

ObamaLE PAROLE del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon sono gravi e trancianti: «Sono profondamente sgomento per l’esecuzione dell’imam Nimr al Nimr e degli altri uomini in Arabia Saudita, dopo un processo che solleva profonde preoccupazioni sulla natura delle accuse e sulla correttezza del processo». Obama, rientrato ieri alla Casa Bianca dopo le vacanze di fine anno alle Hawaii, rimane prudente ma fa dire al vicecapo della sicurezza nazionale, Ben Rhodes: «Vogliamo che l’Arabia Saudita compia passi concreti per ridurre le tensioni settarie nella regione».
La preoccupazione ufficiale dell’America viene espressa però dal portavoce del Dipartimento di Stato John Kirby che aggiunge: «Ribadiamo i nostri appelli al governo saudita perché rispetti e protegga i diritti umani e assicuri processi imparziali e trasparenti».
I difficili rapporti tra Washington e Riad sono oggi palesi. Anche la tensione e la freddezza tra le due capitali cresce proprio alla vigilia dello strategico incontro del 25 gennaio che dovrebbe lanciare le basi per un cessate il fuoco in Siria e che vede l’America e l’Arabia Saudita schierate sullo stesso fronte in appoggio alle forze di opposizione contro Assad che puntano a un processo di transizione per arrivare a un diverso governo del Paese senza il presidente dittatore.
Le esecuzioni di massa condannate anche in gran parte del mondo arabo, si sommano all’isolamento nel quale l’Arabia saudita si è venuta a trovare dopo l’appoggio dato alla componente sunnita della guerra civile in Yemen, anche questa mossa criticata dagli Usa.

OBAMA si ritrova con un’agenda del 2016 che vede il Medio Oriente in fiamme e l’Isis che rimane difficile da contenere. Le prossime settimane diventeranno fondamentali per abbassare sia la retorica che la tensione, ma soprattutto per arrivare a negoziare un credibile cessate il fuoco in Siria e l’avvio di un vero processo di transizione inclusivo che adesso non appare più senza speranza.

Resto del Carlino