UN ALTRO massacro in un college sperduto dell’Oregon. Almeno 10 forse 15 persone sono morte (il tragico bilancio ufficiale, a tarda serata in Italia, era di tredici vittime) e 20 sono rimaste ferite. È un’altra tragedia delle armi in America. La piccola cittadina di Roseburg è in stato di choc. L’assurda follia è opera di una sola persona che è stata uccisa in un conflitto a fuoco con gli agenti come ha confermato il capo della polizia. La strage è avvenuta nel piccolo Community College di Umpqua, un campus per adulti che vogliono riqualificarsi per nuovi lavori. La media degli studenti è di 34 anni. Il killer ha iniziato a sparare in una classe della facoltà di scienze pare con armi semiautomatiche, poi ha colpito tutti quelli che si trovano sulla sua strada. Nel college di Umpqua esiste il porto d’armi e lo sparatore avrebbe avuto tutti i documenti in regola. Il capo della polizia Chris Boice conferma che anche il killer «era un membro del college» sarebbe sui vent’anni e ieri aveva postato alcuni dei suoi deliri anche su Facebook. Gray Shouffler il capo dei vigili del fuoco della contea dice che si è dovuto fare strada fra decine di corpi sporchi di sangue e tra numerosi cadaveri per dare la precedenza nel soccorso ai feriti più gravi. Due persone sono morte mentre venivano trasportare in ospedale.
ROSEBURG è una cittadina con meno di 90.000 persone «dove tutti si conoscono» che dista 250 chilometri da Portland la più importante città dello stato. Si tratta di una tranquilla contea rurale dove molti adulti hanno perso il lavoro per la crisi economica ed è popolata anche da migliaia di ex militari che stavano frequentando i corsi anche part-time del college per ottenere un brevetto come tecnici di computer e assistenti legali nel tentativo di riqualificarsi professionalmente. All’annuncio della nuova strage tutte le televisioni americane concentrati sui bombardamenti della Russia in Siria hanno sospeso i servizi per dedicarsi al massacro dell’Oregon.
Il killer ha iniziato la sua carneficina in una classe del pianoterra colpendo studenti e professore, poi ha ricaricato più volte entrando anche in altre facoltà delle diciotto palazzine che compongono il campus. La prima telefonata è arrivata alla polizia dalla palazzina della facoltà di scienze diversi minuti dall’inizio della sparatoria. La polizia è andata palazzina per palazzina per accertare se lo sparatore avesse complici o sistemato esplosivi.
IL MASSACRO è iniziato alle 10.45 del mattino ora dell’Oregon le 19,45 in Italia. Molti degli studenti sostengono che sarebbero stati sparati più di 30 colpi ma in pochi li avrebbero sentiti con precisione. Non è escluso che una delle armi avesse il silenziatore. Il killer – secondo una prima ricostruzione fatta da due testimoni – è entrato classe per classe. Ogni volta ha fatto alzare in piedi le persone all’interno chiedendo loro di che religione fossero. «Ha chiesto loro se fossero cristiani. Se la risposta era sì, gli sparava alla testa, se era no, gli sparava alle gambe», ha raccontato una ragazza, nipote di una insegnante.
E il presidente Obama ha commentato: «Affrontare il nodo della violenza con le armi da fuoco rimane una priorità».