USL: San Marino non è un’isola felice. Un solo caso è troppo. Basta violenza e molestie.

San Marino non è immune dalle problematiche che affliggono molti Paesi in tema di violenza e molestie sul lavoro.

L’Osservatorio di USL ha infatti raccolto numerose testimonianze negli ultimi mesi, evidenziando casi di violenza psicologica e fisica che hanno costretto lavoratrici e lavoratori a lasciare il proprio lavoro.

Non ci limitiamo a pensare che sia un fenomeno dell’ultima ora, che improvvisamente ci sia un’epidemia di abusi in ambiente lavorativo. Al contrario, è logico pensare che, data la crescente attenzione a questi temi, i casi siano diminuiti rispetto al passato; ma è solo recentemente che si è iniziato a definire un fenomeno già presente e che si stanno raccogliendo i dati in maniera sistematica, portando a galla casistiche sempre più dettagliate. È grazie al crescente coraggio e consapevolezza delle vittime che oggi veniamo a conoscenza di queste storie.

“Non ce la faccio più, devo andarmene”: questa è la frase che sentiamo ripetere più spesso al nostro Punto d’Ascolto. A volte visivamente scossi, a volte con la freddezza di chi si è già rassegnato, chi ripete questa frase denuncia spesso non un caso isolato, bensì una serie di abusi che potrebbero anche configurarsi come mobbing. Dalle sfuriate del superiore condite con commenti umilianti o veri e propri insulti davanti a colleghi e clienti sopportate troppo a lungo, all’isolamento, ai “dispetti” e alle denigrazioni quotidiane ad opera di colleghi/e forse rimasti al modus operandi dei bulli delle scuole elementari.

Dagli atti di aggressione fisica, fino alle avances indesiderate, che sfociano in commenti sfrontati e maleducati, in molestie sessuali, no, non è vero che “non si può più dire niente”, come dice chi rivendica il diritto di minimizzare.

Il risultato di tutti questi atti e della loro minimizzazione è sempre lo stesso: svilire la dignità del lavoro, renderla un’esperienza non più gratificante ed arricchente, ma stressante fino alla fatidica scelta, le dimissioni.

“Il giorno che mi sono licenziato ho pianto. Adesso ho paura di cercarmi un altro lavoro perché mi hanno traumatizzato e non voglio più vivere un’esperienza simile”, ci dicono.

Dunque, quando una lavoratrice o un lavoratore si trova a dover scegliere se mantenere il suo lavoro – magari con i benefit derivanti da una certa anzianità di servizio –, o preservare la sua salute mentale, perché vittima di maltrattamenti sul lavoro, non è forse il simbolo di un sistema che non fornisce altre alternative a chi è coinvolto in queste situazioni senza uscita?

Ancora oggi, sulle dimissioni per vittime di violenza e molestie sul lavoro non è contemplata la giusta causa per l’accesso agli ammortizzatori sociali, nonostante la gravità della situazione.

Questo aspetto è stato prontamente portato all’attenzione della Segreteria competente, che ha avviato il Tavolo Tripartito inerente alla VeM.

Samantha Santagada e Mattia Bastianelli Gambini, i referenti dell’Osservatorio, coordinati da Marco Santolini, sottolineano che “non è concepibile che una brava lavoratrice o bravo lavoratore venga messo nel mirino da un collega o dal datore di lavoro e costretta/o a rinunciare alla propria occupazione, magari ben remunerata, senza ammortizzatori, per ripiegare, quando riesce, su un impiego precario o meno pagato.”

Francesca Busignani, Segretario Generale di USL, afferma: “non è questione di allarmismo, se anche un solo lavoratore o una sola lavoratrice è vittima di violenza o molestie, il problema deve essere affrontato. Ogni caso merita di essere trattato con serietà.”

“Se vogliamo rilanciare il Paese, non possiamo permetterci di minimizzare il problema e perdere lavoratori competenti. È fondamentale che il luogo di lavoro sia sicuro, sereno e rispettoso per aumentare la produttività e lo sviluppo sano”, conclude Busignani. “USL è da una parte sola, dalla parte delle persone e continuerà a lavorare per un sistema che protegga tutti, affinché nessuno debba mai più scegliere tra la propria dignità e il proprio impiego.”

Comunicato stampa