Ciò che più irrita è la tempistica.
Quando si dice fra 30 giorni, non si dice che 30 giorni corrispondono a 15000 morti. Circa. Centinaia di migliaia di persone che si infettano. Solo in Italia. Negozi che chiudono.
Vite che se ne vanno.
In Europa le autorizzazioni arrivano con ritardi di 30 giorni circa. 15000 morti. Intanto.
In Italia.
Bisogna aspettare l’Ema, dice Breton. Perché? Se c’è l’evidenza che in Inghilterra funziona da un mese. Se, in quel Paese vi è una frenata potente di infezioni e morti?
Perché, se c’è l’evidenza scientifica e statistica, che un vaccino funziona, anche in altri paesi al mondo, bisogna aspettare?
Perché in Italia e Francia molti hanno paura del vaccino. Dice Breton.
Che sciocchezza! Se è questa la motivazione (o almeno una delle motivazioni) è una colossale sciocchezza.
Mi fido dell’Ema. Ma l’Ema si fidi di noi. Non siamo tutti imbecilli No Vax.
E perché in altri paesi si utilizzano tutte le dosi disponibili, perché c’è evidenza che già alla prima vaccinazione si produce una copertura immunitaria verso i casi più gravi e da noi si tengono ferme le dosi di richiamo per settimane. O un mese.
15000 morti.
E perché abbiamo sputtanato lo Sputnik per poi prendere atto, tre mesi dopo, 40/ 50 mila morti in più, che funziona.
E perché non ci siamo posti il problema di produrre vaccini 4 mesi fa? Quando si è acquisita la certezza che i vaccini sarebbero arrivati.
Forza Draghi. Dai. Serve una sveglia in Europa.
Sergio Pizzolante
