Viveva al buio, lontana dal mondo, isolata in un appartamento con tapparelle sempre abbassate e teli a coprire il balcone. Non per scelta, ma perché così voleva il suo compagno. Dietro quella vita all’apparenza tranquilla, in una località della Valconca, si nascondeva una lunga prigionia domestica fatta di paura, silenzio e continue umiliazioni.
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, la donna era controllata in ogni suo movimento. Anche quando usciva di casa, era costretta a tenere la testa bassa, a non rivolgere lo sguardo o la parola a nessuno. La quotidianità era scandita da ordini, imposizioni, e da un clima costante di tensione. Quando provava a opporsi, le reazioni del compagno erano violente: spintoni, insulti, persino l’impossibilità di chiedere aiuto, come in quella circostanza in cui le strappò il cellulare per impedirle di chiamare i carabinieri.
L’episodio più recente, risalente alla fine di giugno, ha segnato il punto di rottura. La donna ha raccontato di essere stata spinta a terra mentre stava preparando il pranzo. Lì ha trovato il coraggio di denunciare. A seguito dell’ennesima segnalazione, le autorità hanno ritenuto necessario intervenire con una misura cautelare nei confronti del compagno, un 72enne originario della Puglia.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli, ha disposto per l’uomo il divieto di avvicinamento alla persona offesa, fissando un limite minimo di mille metri, e l’applicazione del braccialetto elettronico. Un passo necessario – sostengono gli inquirenti – per proteggere la vittima e spezzare un ciclo di violenze ripetute e durate troppo a lungo.
L’indagato, assistito dall’avvocatessa Nicoletta Gagliani, dovrà ora sottostare alle disposizioni imposte. Il dispositivo elettronico, attivo da ieri – giovedì 24 luglio – servirà a monitorare in tempo reale i suoi spostamenti, impedendogli qualsiasi contatto con la donna.
Mentre la giustizia muove i suoi passi, resta l’eco di un dramma consumato tra le mura di casa. Una storia come tante, forse troppe, che solo ora inizia a emergere dal buio in cui è stata nascosta.