Valentini-Sindacati sulla Riforma Tributaria: ecco come stanno le cose!…di Marco Severini

Una delle polemiche a dir poco eccessiva di questa settimana, ovviamente senza mettere nessun dato nero su bianco da entrambe le parti, è quella che il Sindacato ha montato contro il Segretario delle Finanze Pasquale Valentini relativamente all’ipotesi di riforma fiscale paventata in una conferenza stampa ed in una sessione del Consiglio Grande e Generale.

In sostanza il Segretario Valentini ha detto – tra le altre cose – che con la riforma tributaria si cambierà il modo di dare detrazioni e abbattimenti all’imponibile in busta paga per i lavoratori dipendenti.

In sintesi, anche se ancora nulla è stato deciso come hanno sottolineato più volte sia il Segretario Pasquale Valentini che Luca Beccari del Dipartimento Finanze,  la detrazione ”Spese produzione reddito” presente nella busta paga dei lavoratori dipendenti sarà oggetto di attenta valutazione dato che probabilmente nella prossima riforma queste saranno riconosciute in busta (o in sede di dichiarazione dei redditi) solo se fatturate, ovvero producendo la prova cartacea di queste spese.

Le spese produzione reddito, per chi non lo sapesse, sono tutte quelle spese che concorrono alla produzione del reddito e cioè ad esempio l’ammortamento del mezzo che serve per andare a lavorare, la benzina utilizzata, l’abbonamento dell’autobus ecc.ecc.

Questo è quanto dichiarato da Valentini anche nel corso dell’ultima conferenza stampa dello scorso lunedì.

Da parte del Sindacato apriti cielo!

I sindacalisti, replicando in maniera sdegnata, hanno dato dei dati non corretti tenendo in considerazione la normativa che metterò nero su bianco nel prosieguo di questo articolo.

Hanno iniziato a parlare di trattenute sulla busta paga di circa 300 euro mensili, che non hanno invece ragione di esistere in quanto casomai se la riforma toglierà le spese produzione reddito – cosa mai detta da nessuno – saranno per l’esempio di Valentini ( ovvero di una retribuzione di 30.000 euro) di circa 200 euro.

Come non corretto è il dato che il mio amico Giorgio Felici mi ha detto in una discussione su facebook (che ho salvato) ovvero che oggi un lavoratore con circa 30.000 euro di stipendio lordo ha una pressione fiscale  di circa 300 euro mensili. Dimostrerò conti alla mano che le cose non stanno così!

La Csu diceva nell’ultimo suo comunicato stampa: ‘‘l’ipotesi prospettata dalla stessa Segreteria di ridurre in modo significativo la quota di esenzione relativa alle spese produzione reddito e l’abbattimento del reddito lordo, applicata su uno stipendio medio da lavoro dipendente, produce una decurtazione di circa 300 euro mensili’‘.

Cosa che poi dimostremo non essere vera.

Dal canto suo Valentini ha iniziato a fare degli esempi dicendo un reddito medio di un lavoratore dipendente di 30.000 euro paga all’anno solo 300 euro di tasse, quindi l’1% se ha 2 figli a carico. Paga invece circa il 4% se non ha nessuno a carico. Ha continuato dicendo – sempre in conferenza stampa – che il carico familiare è importantissimo ai fini della quantificazione dell’importo di tasse da pagare.

Vedremo che anche queste dichiarazioni non sono esatte, in quanto prendendo in riferimento la normativa, se un lavoratore dipendente ha

Euro 30.000 Stipendio Lordo – 23,60% (abbattimento dall’imponibile) = Euro 22.920,00 IMPONIBILE

poi dal 1 Luglio in realtà è del 23,95% (ma poi perchè bisogna abbattere l’imponibile lordo questa non l’ho capita!)

a questo punto dato corretto che l’importo dell’imponibile è di Euro 22.920,00 occorre vedere a quale scaglione si appartiene.

infatti da Euro 15.493,72-25.822,84 l’aliquota è del 23% sotto i 15.493,72 una parte è del 17% ed una parte è al 12%.

Facciamo i conti:

22.920,00 (imponibile) – 15.493,72 (importo max scaglione al 17%)= Euro 7.426,28 (parte del reddito da tassare al 23% che è lo scaglione di appartenenza).

Euro 7.426,28 x 23%= 1.708,04 + 2.169,12 (totale dei precedenti scaglioni 17% e 12%) =

= EURO 3.877,16 (TASSE DA PAGARE)

a questi vanno tolte le detrazioni (importi che fanno scalare quanto si deve pagare di tasse), che sono:

– 200,00 euro CARICO FAMILIARE (100 euro x figlio)

– 2.700,00 euro SPESE PRODUZIONE REDDITO (9% sul lordo)

–        51,65 euro FORF.SOSTIT.PASSIVITA’

–        77.47 euro QUOTA ESENTE

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848,04  Euro   IMPOSTA NETTA DOVUTA ovvero il 2,82% (con due figli) e 3,49% (senza figli)

Questo è quanto paga un lavoratore sammarinese all’anno di tasse ovvero il 2,82%!

E pensare che c’è qualcuno che parla di equità!

Ma lo sapete quanto pagano i lavoratori italiani? circa il 30% del proprio stipendio tra contributi fiscali e previdenziali.

Sarebbe da equiparare il lavoratore italiano a quello sammarinese, per fare un pò di EQUITA’!

Buona serata

Marco Severini – Direttore del Giornale.ms

marco.severini@giornale.ms