Nel cuore della Valle Savio, ieri, la diga di Quarto è stata teatro di un drammatico recupero. Un uomo di 65 anni, originario di Cesena ma residente in un altro comune, è stato ritrovato senza vita nelle acque agitate del bacino artificiale.
L’episodio è emerso intorno all’ora di pranzo, quando il personale incaricato del controllo delle paratie ha notato qualcosa di anomalo: un corpo galleggiante nelle acque in piena, causate da una notte di piogge intense. Il fiume Savio e il suo affluente Para avevano raggiunto livelli critici, rendendo indispensabile l’apertura completa delle paratie della diga per evitare esondazioni.
La situazione si è fatta immediatamente critica, con correnti impetuose e acqua in costante aumento. Per questo motivo, i soccorsi si sono attivati con rapidità, schierando sul posto vigili del fuoco, Protezione civile e carabinieri, oltre a un elicottero del 115. Il mezzo aereo è stato determinante: con una manovra di verricello, i soccorritori hanno potuto recuperare il corpo prima che le acque lo trascinassero via o lo sommergessero definitivamente.
Le prime valutazioni indicano che l’uomo sarebbe deceduto a causa di ferite riconducibili a una caduta dalla diga. L’ipotesi più accreditata, al momento, suggerisce un gesto volontario avvenuto nelle ore precedenti la tempesta che ha colpito il Cesenate.
Questo tragico episodio richiama l’attenzione sulle condizioni meteo avverse e i rischi connessi alla gestione dei bacini idrici, sottolineando l’importanza della sorveglianza e dell’intervento tempestivo in situazioni di emergenza.