Venezia. Addio a Valeria, la figlia di tutti

Valeria-Solesin-744x445HA DATO coraggio a tutti Alberto Solesin, è stato prorio lui, colpito al cuore da chi gli ha tolto una figlia, a far capire ai funerali di Valeria che bisogna andare avanti, senza cedere all’odio. Un discorso di una forza civica non comune, che piazza San Marco, le migliaia di persone presenti, le autorità, hanno ascoltato ammutoliti.
«Desidero inviare un pensiero a tutte le famiglie che in questo momento – ha detto Solesin, con al fianco la moglie Luciana – cercano come noi di superare il dolore per la perdita di un figlio, una figlia, un congiunto, un amico, un amore. Lo straordinario sentimento di vicinanza, di stima, d’affetto, che mia moglie, mio figlio ed io abbiamo vissuto in questi giorni acerbi, prima a Parigi, poi a Venezia, richiede di rivolgere ora a tutte le altre vittime lo stesso senso di umana partecipazione».

QUINDI l’omaggio a Patriarca, Rabbino e Imam. «Ringrazio i rappresentanti delle religioni, cristiana, ebraica, musulmana, presenza congiunta in questa piazza – ha detto – simbolo del cammino comune degli uomini nel momento in cui il fanatismo vorrebbe nobilitare il massacro con il richiamo ai valori di una religione». «Ringrazio il Presidente della Repubblica – ha proseguito – che ha voluto dare con la sua presenza un segno di unità nazionale, ringrazio le istituzioni di questo Paese, il ministro della difesa, il sindaco della città, i collaboratori e funzionari e che in questi giorni ci hanno accompagnato. Un pensiero va in particolare all’unità di crisi della Farnesina e alle autorità diplomatiche di Parigi non solo per l’aiuto , ma anche per l’umanità con cui hanno realizzato il loro compito».
Il pensiero si è allora spostato su Parigi. «Saluto l’ambasciatrice di Francia – ha continuato Solesin – Paese che ha accolto mia figlia sette anni or sono, spinta dalla curiosità del mondo, Paese nel quale aveva iniziato a definire il suo progetto di vita. Ringrazio i cittadini che in questi giorni hanno manifestato così in tanti il loro affetto, gli amici che ci hanno aiutato a superare i momenti più duri».
Una pausa e la voce del signor Alberto si è incrinata. «Infine un pensiero per lei: per Valeria» ha detto, respingendo la commozione. «Ripensandola non voglio isolare la sua immagine dal contesto in cui ho visto lei viveva in Parigi, l’Università, l’Ined, l’istituto nazionale di studi demografici, i bistrot, le birrerie dove amavano incontrarsi tante ragazze e ragazzi come Valeria, gioiosi, operosamente rivolti verso un futuro che tutti, mi pare, assieme a lei vogliono migliore». «Qualcuno – ha ricordato – ci ha detto in questi giorni che la nostra famiglia ha rappresentato un esempio di compostezza e dignità. Mi è capitato di sentire parole tali, quasi che noi potessimo significare un esempio per molti».

«SE QUESTO – ha scandito il papà di Valeria – è appena lontanamente vero, questo era dovuto. È dedicato a tutte le Valerie e Andrea che lavorano, studiano, soffrono e non si arrendono». «Un ultimo pensiero – ha concluso – va a mio figlio, Dario, che ha perso oltre che una sorella un riferimento, che dovrà ora ritrovare in sè stesso, e ad Andrea, il compagno di mia figlia, che so tra quelli che non si arrendono».