
(ANSA) – VENEZIA, 06 GEN – “Abbiamo seguito le indicazioni
della Lega che ci ha detto che saremmo dovuti esser alla
partita. Per come si sono svolti i fatti il Venezia si aspetta
che la partita venga chiusa con una vittoria a tavolino”. Andrea
Cardinaletti, vicepresidente del Venezia calcio sottolinea di
parlare chiaro a proposito della gara non giocata contro la
Salernitana.
Cardinaletti continua spiegando l’approccio alla gara: “Abbiamo affrontato questa trasferta in maniera seria, non
abbiamo mandato la nostra squadra giovanile – dice -, c’è tutta
la dirigenza, lo staff e la migliore squadra. Abbiamo
organizzato la trasferta consapevoli di poter giocare una
partita, perché altrimenti avremmo preferito evitare di fare la
trasferta”. Il vicepresidente chiarisce i rischi sia economici
che di salute: “Una trasferta che ci ha impegnato dal punto di
vista economico e dei rischi perché se parliamo di rischi, se
avessimo lasciato la squadra all’interno della ‘bolla’ per
garantirci il rispetto del protocollo Covid avremmo speso e
rischiato di meno”. Tornando sulla richiesta al giudice
sportivo, Cardinaletti sostiene che “l’indicazione riguarda la
metodologia lo sviluppo che è stato scelto. È stata aperta una
partita, è stata chiusa, una squadra è stata chiamata a fare una
trasferta, siamo molto dispiaciuti che la Salernitana non fosse
nelle condizioni di giocare, perché avremmo voluto giocarla. Se
la partita non deve esser fatta, allora voglio restare a
Venezia”.
L’auspicio è che il Campionato arrivi a conclusione
regolarmente: “Poi ci aspettiamo che il campionato finisca nel
migliore dei modi, impostando regole uguali per le società. Ci
preoccupa solo che le regole siano uguali per tutti e che venga
garantita l’equità degli interventi”. E da ultimo una frecciata
alle alte sfere del calcio italiano: “Se le squadre vengono
portate sul campo di gioco, le partite devono esser giocate,
vogliamo semplicemente che a due anni dall’inizio della
pandemia, i protocolli vengano rispettati. Non possiamo ogni
domenica inventarci sulle regole. Se questa era una partita da
non giocare, avremmo gradito rimanere a Venezia ad allenarci nel
nostro centro sportivo con tutte le tutele e le ‘bolle’ che
avevamo”. (ANSA).
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