VENTURINI (AP) a La Tribuna: ”qualcuno ha perso la bussola ed il buon senso”

Caro Direttore di La Tribuna,
venerdì 22 e sabato 23 luglio La Tribuna ha sposato in toto le opinioni di alcuni consiglieri di opposizione in merito ad un decreto sui giochi che è stato ratificato durante l’ultima sessione del Consiglio Grande e Generale. I titoli degli articoli pubblicati in quei giorni, infatti, non lasciano dubbi: “tolto il confine fra giochi della sorte e giochi d’azzardo”, “via libera al casinò elettronico”. In tutto ciò, sia chiaro, non c’è nulla di scandaloso (Tribuna può schierarsi con chi vuole) né di nuovo (con Tribuna collabora, da tempo, un consigliere di opposizione): c’è solo il particolare che fare buon giornalismo è raccontare i fatti prima delle opinioni e che, nel caso in questione, significava dare spazio – in via preliminare – a tutte le posizioni che hanno caratterizzato il dibattito consiliare. Cosa che non è accaduta.
Venerdì 22 luglio, la pagina 3 di Tribuna è stata interamente occupata dalle accuse che alcuni consiglieri di opposizione hanno rivolto al governo e alla maggioranza. Ma le controaccuse di cui sono stato protagonista (due volte: prima nel dibattito sul decreto, poi in fase di replica), attaccando senza mezzi termini l’ipocrisia e la disonestà dei miei interlocutori, non hanno trovato spazio eccetto un trafiletto dove viene riportata una mia battuta (“prostituzione intellettuale”) il cui copyright appartiene a Josè Mourinho ed è la sola ragione per cui sono stato citato. Altrimenti nemmeno quello.
Sabato 23 luglio, il tuo giornale ha allungato il brodo ritornando a parlare del decreto con la riproposizione di alcuni passaggi degli interventi consiliari di due membri di opposizione. Ma delle opinioni della maggioranza, e delle mie in particolare, niente di niente. Non mi sembra il massimo in tema di informazione e di buon giornalismo.
Confidando nel senso di giustizia che ti è rimasto, ti chiedo di pubblicare queste mie considerazioni. Aggiungo che il contenuto del decreto ratificato (abolizione del limite minimo di 4 secondi sulla durata delle partite nelle slot-machine) non abbatte alcun confine fra gioco della sorte e gioco d’azzardo: sarebbe ridicolo solo pensarlo ma c’è gente che l’ha detto in Aula consiliare e l’ha addirittura scritto. Nel nostro Paese il gioco d’azzardo è stato introdotto alcuni anni fa con le macchinette del Keno e rappresenta una realtà con la quale tutte le forze politiche presenti in Consiglio hanno dovuto misurarsi quando si sono trovate a governare ma nessuna di esse ha mai proposto di cancellare. Perché allora tanta ipocrisia? Perché sostenere la tesi che la sala di Rovereta si è trasformata oggi in un casinò a tutti gli effetti a causa di qualche secondo in meno di durata delle partite come se in precedenza, quando erano al governo Sinistra Unita e i DdC, fosse stata un innocuo ritrovo dopolavoristico? Perché raccontare la balla che solo ora si perdono tanti soldi?
Si può non approvare il decreto del governo ma non per i motivi sostenuti da una parte dell’opposizione alla quale Tribuna ha dato il megafono in via esclusiva. Frasi come “così è un casinò elettronico”, “sotto silenzio (?) si tenta di far passare una modifica pericolosa”, “il Titano si prepara a diventare capitale del gioco d’azzardo”, non stanno né in cielo né in terra. Qualcuno ha perso bussola e buon senso.

Mario Venturini