In merito al comunicato del Rappresentante Legale del Comitato Referendario pubblicato sulla stampa locale ed avente ad oggetto il D.D. n.76/2011 “DISPOSIZIONI PER IL FINANZIAMENTO DELLE OPERE ED INFRASTRUTTURE PUBBLICHE”, la Segreteria di Stato per il Territorio e l’Ambiente si trova costretta a tornare sull’argomento, nonostante i chiarimenti già forniti in precedenza, in quanto la strumentalizzazione posta in essere dal Rappresentante del Comitato e la falsità delle sue considerazioni, impongono di intervenire nuovamente sulla questione.
E’, infatti, avvilente per la Segreteria di Stato per il Territorio e l’Ambiente essere tacciata di volere promuovere provvedimenti contrari alla volontà popolare, quando l’unica finalità del D.D. n.76/2011 è rendere il C.G.G. maggiormente partecipe alle scelte del Governo introducendo una nuova dettagliata disciplina che regoli, in maniera trasparente e razionale, i procedimenti di alienazione dei beni pubblici che sino ad oggi – e da tutti i Governi – venivano sottoposti al C.G.G. in maniera disorganica e senza alcuna programmazione.
Il Rappresentante del Comitato Referendario continua a dare una interpretazione volutamente distorta del Decreto Delegato n.76/2011 tale da fare dire al provvedimento ciò che, in realtà, non dice, per poi lanciarsi in una delirante tesi che vedrebbe il Segretario Venturini impegnato a studiare meccanismi machiavellici per disconoscere l’esito del referendum del 27 marzo scorso.
La Segreteria di Stato precisa, pertanto, quanto segue:
1) l’esito del referendum abrogativo del 27 marzo è chiaro e nessuno intende disattenderlo;
2) l’autorizzazione al trasferimento di proprietà dei beni immobili dello Stato – e quindi anche la vendita e/o permuta di 20 cmq. di terreno – richiede il voto favorevole di almeno i due terzi dei suoi componenti e tale previsione, riconfermata dal verdetto referendario, è stata mantenuta dall’art. 7 del Decreto Delegato n.76/2011. Il D.D. n.76/2011 prevede che il Congresso di Stato sottoponga al C.G.G. un elenco di immobili non strategici che, in fase preliminare, sarà approvato con la maggioranza semplice. Tuttavia, questa approvazione preliminare, non costituisce – come erroneamente pare intendere il Rappresentate del Comitato Referendario – autorizzazione alla cessione del bene immobile; tale autorizzazione, ai sensi dell’articolo 7 del D.D., deve, infatti, essere specificamente deliberata dal Consiglio Grande e Generale con le maggioranze previste dalle norme vigenti;
3) la Legge di Bilancio di Previsione per l’anno 2011 delega il Congresso di Stato ad adottare un decreto volto a disciplinare le procedure utili per addivenire alla vendita al valore di mercato di immobili pubblici che non rivestano alcuna pubblica utilità.
4) il D.D. n.76/2011, in attuazione della summenzionata delega legislativa, ha unicamente disciplinato un procedimento, senza mutare alcunché in merito alle maggioranze consigliari richieste per autorizzare le alienazioni dei beni pubblici bensì investendo il Consiglio di poteri di indirizzo e controllo delle scelte del Governo in materia di opere pubbliche e di finanziamento delle stesse; poteri questi di cui il C.G.G., sino ad oggi, era sprovvisto.
Pertanto la valutazione sulla sussistenza dell’interesse pubblico in relazione a determinati beni dell’Ecc.ma Camera non la farà, quindi, il Segretario Venturini – come il Rappresentante del Comitato Referendario afferma – bensì il Consiglio Grande e Generale in conformità a quanto previsto non dal D.D. n.76/2011, non dalla Legge n.6/2004 bensì dagli Statuti.
Quando il Rappresentante del Comitato Referendario sproloquia sull’assenza di virtù culturale dell’attuale classe politica e sul fatto che la ratifica del D.D. n.76/2011 porrebbe il C.G.G. “al di fuori della legge” dimostra di avere perso completamente la lucidità nella lettura del provvedimento normativo in quanto se solo si fosse preso la briga di esaminare, con un minimo di calma e senza il livore che traspare dal Comunicato, il decreto per quello che è, senza sciocche dietrologie e paure irrazionali, non avrebbe, si spera, scritto le inezie che ha scritto.
San Marino, 18 luglio 2011/1710 d.F.R