Verucchio. Tragedia di Capodanno: Prove balistiche confermano la dinamica dello scontro tra carabiniere e accoltellatore

I risultati delle indagini sul caso di Muhammad Sitta, il 23enne egiziano coinvolto in un episodio di sparo a Verucchio, hanno fornito nuove informazioni riguardo alla dinamica dell’evento. Secondo quanto emerso dalla “prova dello stub” condotta dai Ris di Parma, Sitta è stato colpito a distanza ravvicinata, confermando le prime ricostruzioni. Il comandante della Stazione dei carabinieri, Luciano Masini, attualmente inserito nel registro degli indagati per eccesso colposo di legittima difesa, ha aperto il fuoco quando l’uomo si trovava a pochi metri da lui, armato di un coltello da cucina.

Le analisi hanno rivelato che Sitta si trovava all’interno della “nuvola di fumo” generata dai proiettili, indicativa di una distanza compresa tra i 30 centimetri e qualche metro al momento dello sparo. Il luogotenente Masini, dopo aver intimato più volte a Sitta di fermarsi e di gettare l’arma, si è trovato costretto a rispondere con la forza quando il giovane ha continuato ad avvicinarsi minacciosamente.

In totale, sono stati esplosi 12 colpi dalla pistola d’ordinanza del carabiniere. Due proiettili hanno rimbalzato a terra colpendo Sitta alle gambe, mentre cinque colpi lo hanno centrato al corpo, inclusi uno alla spalla destra e altri tra torace e testa.

Per completare le indagini, il pubblico ministero attende l’esito definitivo dell’esame autoptico, per il quale è stata richiesta una proroga di 30 giorni, e della perizia balistica, che fornirà dettagli aggiuntivi sulla distanza e sulla direzione dei colpi al momento dello sparo.