Viaggio tra i tentacoli della ‘Piovra Rai’ sprechi, vizi e privilegi della tv di Stato

Una cittadella di oltre 13mila abitanti, con 43mila contratti di collaborazione e ben 74 figure professionali (ci sono pure l’infermiere e il chimico sensiometrista). Multe stratosferiche e multe sulle multe
Roma, 4 giugno 2009 – Esattamente 13.248 abitanti. Quanto i cittadini di Lavagna, il doppio di quelli di Asolo, senza considerare la montagna dei circa 43mila contratti di collaborazione.
È la ‘piccola città’ della Rai descritta in ‘La piovra Rai’ (editore Bompiani, 17 euro) della giornalista Denise Pardo, in questi giorni nelle librerie. L’inviata dell’Espresso’ evidenzia, in un volume divertente ma a tratti sconcertante, i tanti paradossi della televisione pubblica italiana.

“L’idea è quella di raccontare il format organizzativo della Rai, che è a dir poco stravagante- racconta l’autrice- Ho voluto farlo come fosse una sceneggiatura, contestualizzando i dati nella vita quotidiana dell’azienda». Dalle 74 figure professionali della struttura di Produzione (si va dal chimico sensiometrista all’idraulico di sviluppo e stampa, passando per l’infermiere e il geometra) alle multe stratosferiche pagate dalla televisione di Stato, il libro si avventura nei meandri di buonuscite milionarie, misteriose sparizioni di documenti e lotte intestine e fratricide.

«Un esempio tra i più paradossali – spiega ancora la Pardo – è la multa che l’azienda ha dovuto pagare per l’incompatibilità della nomina di un direttore generale, Alfredo Meocci. L’importo previsto dall’Agicom era già piuttosto esoso, 14 milioni di euro, ma dato che la Rai ha ritardato il pagamento è salito di un altro milione e mezzo di euro. La multa della mega-multa». Così, sull’unghia.

Praticamente, la Rai è una città-stato autosufficiente. E allora, ci si domanda, com’è che con questo po’ po’ di apparato, la Rai deve ricorrere sempre più di frequente ad appalti esterni? È solo uno dei tanti paradossi della televisione pubblica che Denise Pardo denuncia in questo libro scalpitante e sconcertante, divertente e caustico, che racconta di multe stratosferiche per inadempienze legali, misteriose sparizioni di documenti che condannano dirigenti in carica, buonuscite milionarie (in euro) di direttori e dirigenti che nel migliore dei casi sono previste dal lauto contratto di assunzione, ma sono anche decisi al momento dell’addio da Viale Mazzini. 

E il libro prosegue tra personaggi, stando al volume, al limite del ‘cabaret’. «Ma il problema è che questi episodi non fanno solo ridere, ci sono in gioco milioni di euro sprecati», spiega l’autrice, e situazioni «assurde, tra cui l’esposizione mediatica delle nomine Rai, mediaticamente sexy come un bombardamento a Bagdad».
La denuncia di Denise Pardo evidenzia «un lavoro difficile – ha spiegato il direttore generale della Rai Mauro Masi – che svolgo da poco ma che richiede un impegno che dobbiamo affrontare tutti insieme». La Rai, ha concluso Masi, «è un’azienda che ha molti problemi, ma anche grandi potenzialità ed è una ricchezza per il nostro Paese».

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