Vicenda McLaren targata San Marino. Comunità “malata”… e dal governo, anziché curare, si alimenta il “cancro” sociale … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Aggredito, “pestato”, assalito anche quando aveva trovato rifugio nella sua auto e -ahilui- immediatamente “condannato”. Stranezze, consuetudini della più antica Repubblica del mondo…

Mi riferisco, come avrete capito, alla cronaca di una prima mattina qualunque, all’esterno della nota discoteca rivierasca “Villa delle Rose”, resa celebre da un video sconvolgente divenuto -in questa era dei social e dei “videofonini”- immediatamente virale. Alla “spericolata” manovra, per intenderci, della McLaren targata San Marino guidata -era la dilagante accusa popolare- da un “irresponsabile” che, con le sue “deprecabili” gesta, infangava l’intera comunità del Titano.

Un “moto” irrefrenabile di condanna in cui è cascato, nientemeno, che il Segretario di Stato al lavoro, Teodoro Lonfernini, il quale, lunedì scorso, sulla sua bacheca Facebook scriveva: “Ma è mai possibile che ogni imbecille viene ad affittare un’auto a San Marino e poi se ne va in giro a fare casini!!!

E ancora: “Titolari di licenze… guardateci prima a chi affidate le vostre auto fuori-serie sarà il caso?! Non vorrei che dovessimo tornare ai tempi in cui le bloccavamo quelle licenze per evitare queste situazioni”.

Già, caro Ministro… Davvero una brutta situazione! Specie oggi, alla luce delle dichiarazioni pubbliche che il malcapitato 50enne italiano che era alla guida di quell’auto, di proprietà della sua società attiva in San Marino, ha rilasciato a GIORNALESM (clicca qui): “All’uscita dalla discoteca una banda ha seminato il terrore, facendo finire alcuni giovani innocenti all’ospedale; io sono stato picchiato senza alcun motivo.
Dopo essere svenuto -ha aggiunto- mi sono ritrovato a terra, non ho neppure idea di quante botte mi abbiano dato, il mio viso era una maschera di sangue. Appena sono riuscito, sono scappato a bordo della mia auto, ma la banda voleva distruggere anche quella”.
Sono stato accerchiato quando il mezzo era già in movimento…”. Poi, il racconto delle fasi successive -fino ad ora (è doveroso evidenziarlo) di parte- è affidato al filmato “virale” (clicca qui) che non lascia adito a dubbi. Calci, pugni e salti sopra la supercar, con il malcapitato che scappa e, facendolo, travolge un altro ragazzo, lo “carica” sul cofano e lo “scarica” un po’ più avanti, quando l’auto aveva guadagnato un po’ di velocità.

Toccherà alla Magistratura accertare se lo stesso ragazzo, curato poi al Pronto Soccorso, fosse un innocente passante (come sembra dalle prime indiscrezioni trapelate) o altro.

L’imprenditore italiano, è doveroso evidenziarlo, non si è poi dileguato nel nulla: “Mi volevano ammazzare… Non avevo scelta se non quella di fuggire. Poco lontano dal locale mi sono precipitato al primo posto di blocco della Polizia Stradale…”.

Ora, e mi riferisco a tanti sammarinesi che hanno commentato infelicemente la vicenda, vi vergognate almeno un po’ per quanto avete scritto? Non vi sembra il caso di chiedere scusa per la vostra ingenuità ed avventatezza? Certo, i fatti andranno accertati nelle sedi opportune e il racconto dell’imprenditore è pur sempre una ricostruzione di parte. Ma già il video era sufficiente per infondere almeno dei dubbi ed evitare l’avventata emissione popolare di una sentenza definitiva di colpevolezza nei confronti dell’autista della McLaren.

Potrà mai uscire, la comunità del Titano, dalla superficialità -e talvolta dalla saccenza- che la caratterizza, dai suoi vertici all’ultimo dei suoi cittadini? No… Certi deleteri preconcetti continuano a venire alimentati, al pari di quello scontro sociale così comodo a sindacati e a certa politica; al pari alla preconfezionata divisione in due fazioni, quella degli onesti (noi) e quella dei mariuoli (loro); quelli che hanno il diritto di ricevere (noi) e quelli che, invece, dovrebbero dare di più (loro); quelli indagati, criminali in quanto tali, anche se poi assolti da un tribunale in sentenze definitive e quelli onesti, anche se fumano una “canna” vietata dalla legge o vanno in malattia per evitare un giorno di lavoro, o innalzano un capanno abusivo… Quelli buoni a prescindere (noi) e quelli cattivi, sempre a prescindere (loro)… 

Questa brutta vicenda è l’ennesima cartina tornasole di una società “malata”, che tutti avrebbero il dovere di curare… Peccato che anche dai vertici del potere esecutivo dello Stato, anziché curarla, questa malattia, questo cancro sociale si contribuisce ad alimentarlo…

Enrico Lazzari